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Chiesa di Santa Maria dell'Aiuto

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Descrizione

La Chiesa dedicata alla Vergine Maria sotto il nome di Santa Maria dell'Aiuto ai Banchi Nuovi, sede napoletana del patrimonio artistico di Gaspare Traversi - artista napoletano del '700 cresciuto nel piccolo borgo dei Guantai Vecchi - venne eretta all'estremità meridionale di quell'altopiano naturale che costituì l'iniziale espansione della città, nonché il primitivo insediamento umano a Napoli. In questa Chiesa, un tempo solo una casa, da una finestra cieca al piano terra due ragazzi, figli di due coltrari della seta, nel 1635 collocarono un'immagine ad olio della Madonna con Bambino, onde ricavarci della beneficenza dai viandanti, necessaria per tener accesa la lampada. Appena ne giunsero abbastanza di questi soldi, i bambini commissionarono ad un autore della zona una nuova immagine della Madonna con Bambino, ma questa volta col desiderio di esser ritratti pure loro, all'interno del dipinto, nell'atto di pregare. L’immagine della “Madonna con Bambino e i due ragazzi in atto di pregare” venne gelosamente custodita e si dice che, all'atto dell'edificazione della Chiesa di Santa Maria dell'Aiuto, questa fosse stata sistemata nell'ancona dell'altare maggiore, mentre il dipinto originario trovò posto in una teca di legno con vetro antistante. Dato lo stato avanzato di deterioramento della prima immagine, oggi la si può solo considerare un elemento storico votivo: una reliquia. Al di sotto della detta icona, un'inscrizione dipinta su di una tavoletta di legno ricorda un prodigio: si dice che un tempo, il volto della Vergine ritratta fosse coperto da un velo che tempo dopo non avrà più, a maggior beneficio di tutti coloro che potendola vedere in faccia avessero avuto grazia di chiederle aiuto. Secondo la tradizione, il prodigio sarebbe capitato durante la Settimana della Passione, quando negli ambienti della Chiesa cattolica di rito romano effettivamente tutte le icone della Vergine Madre di Dio erano coperte di velo, affinché il popolo dei devoti impiegasse la propria attenzione solo sulla Passione del Cristo. Quest'episodio costrinse gli abitanti della zona a proteggere l'immagine della Vergine con un cancellino, dato lo straordinario afflusso di curiosi, pellegrini e fedeli; di fatto, tutt'intorno venne eretta una prima Cappellina, dando luogo e tempo alla tradizione della Madonna dell'Aiuto. Allora, i due napoletani Giovanni Citarella e Agostino Migliaccio comprarono dello spazio, sufficiente all’edificazione della nuova Chiesa di Santa Maria dell'Aiuto. Questa, una delle opere più convincenti del Barocco napoletano e certo una delle più belle del suo autore, venne affidata all'Architetto napoletano Dionisio Decio di Bartolomeo, affiancato da Simone Tacca e Francesco Valentini, ideatori e realizzatori, pure loro ispirati fortemente a Cosimo Fanzago, di decorazioni parietali e altari e cappelle. La Chiesa sorge, quindi, in un periodo in cui Napoli, reduce dalla peste del 1656, si accorge di non aver spazio sufficiente per alloggiarvi la gente, che un poco guarita, un poco rimpatriata alla notizia dello scampato pericolo della peste, ripopola la città agitata dal fervore architettonico per la costruzione solo di chiese e conventi. L’interno, che si presenta con pianta a croce greca e cupola, offre appena entrati tre dipinti di Gaspare Traversi, che nel 1749 realizzò: la “Natività di Maria”, “L’Annunciazione” e “L’Assunzione della Vergine”. A destra è collocato il Monumento funebre di Gennaro Acampora, opera disegnata da Bartolomeo Granucci e scolpita da Francesco Pagano (1738), autore anche degli angeli che sorreggono il candelabro dell’altare maggiore, realizzato da Dionisio Lazzari. Nel transetto sinistro della navata è posto il quadro della Vergine dell’Aiuto, opera del 1781 di Giuseppe Farina; a destra, invece, si trova il dipinto raffigurante il “Transito di San Giuseppe”, attribuito a Nicola Malinconico. Infine, gli ovali laterali, in cui sono raffigurati “San Michele Arcangelo” e la “Morte di Sant’Andrea Avellino”, sono probabilmente opera di Giacinto Diano.
Fonte: "storiacity.it"
Fonte immagine: "napoligrafia.it"

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