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Chiesa di Santa Maria della Fede

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Descrizione

L’edificio venne costruito nel 1639, quando gli abitanti della zona decisero di ampliare una preesistente Cappella, diventata ormai troppo piccola per accogliere tutti i fedeli, cresciuti di molto dopo l’arrivo dei Gesuiti. Intorno al 1642, questi ultimi vennero sostituiti dai Coloritani, ovvero gli Agostiniani Riformati calabresi, che, oltre a restaurare la Chiesa, si adoperarono per la costruzione di un Monastero, dedicando il complesso a Santa Maria di Colloredo. La facciata è frutto di lavori settecenteschi, anche se è stata poi rimaneggiata nel secolo successivo con l’aggiunta di un atrio che anticipa l’ingresso, accanto al quale si aprono due nicchie in cui sono poste le statue raffiguranti i Santi Pietro e Paolo. L’interno, a navata unica, presente due cappelle per lato, dove sono custoditi altari in marmo commesso databili intorno alla seconda metà del XVIII secolo. L’altare maggiore, del 1731, è decorato con i blasoni della famiglia La Penta, gli stessi visibili sull’altare del transetto destro, su quello della prima cappella di sinistra (1715) e su quello della seconda cappella a destra (1742). Tra le opere pittoriche, spiccano quelle di Agnese La Corcia, raffiguranti “Fede”, “Speranza”, “Carità” e “Fortezza”, sui reliquiari, oltre al quadro del 1710 che sormonta l’altare del transetto sinistro (1714), raffigurante “Sant’Antonio da Villanova”. Nella sagrestìa, infine, è conservata una tela del XVII secolo, “Vergine col Bambino e Quattro Santi”. In seguito, dopo che Benedetto XIV abolì l’ordine, il complesso, per volontà di Maria Amalia di Sassonia (moglie di Carlo III di Borbone) fu destinato ad ospitare un ritiro di sole donne. La struttura, nota al tempo con il nome di Santa Maria della Fede, rimase operativa fino alla partenza di Re Carlo per la Spagna, avvenuta nel 1759, dove era stato richiamato per insediarsi sul trono e succedere a Ferdinando VI. La Chiesa venne poi abbandonata e, nel 1811, si registra il suo utilizzo come magazzino. Il Convento, invece, venne utilizzato come ospedale per le prostitute, in un tempo in cui la sifilide era una malattia molto diffusa. La situazione cominciò a migliorare quando, nel 1824, il governo inglese comprò l’area posta alle spalle del tempio, per realizzare un cimitero protestante, entrato in funzione nel 1824 e trasferito poi in un’altra zona della città nel 1893. Il Monastero mantenne le sue funzioni di ricovero fino al 1888, dal 1900 venne utilizzato come scuola. Nel dicembre 2014, dopo molti anni di abbandono, l’edificio è stato occupato da un comitato di quartiere, per rivalutarlo e utilizzarlo per attività culturali.
Fonte: "napoligrafia.it"
Fonte immagine: "it.wikipedia.org"

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