La Chiesa di Santa Maria della Concezione a Montecalvario è un capolavoro delle attività ed opere di Domenico Antonio Vaccaro, che l’ha resa uno dei più illustri esempi di architettura sacra del primo Settecento, nonché rappresentativo del nascente stile Barocco. L’edificio sta in una strada denominata “Concezione a Montecalvario”, un tempo conosciuta come “Salita dell'Imbrecciata”, famosa per esser stata battuta su e giù, per duecento anni, dai partecipanti alle processioni di Pompeo Battaglino, l’allora Presidente della Regia Camera della Sommaria. La monumentale Chiesa dei marmi commessi è per intero frutto del genio e dell'inventiva del Vaccaro, del 1720, con stucchi e decorazioni profuse dappertutto. Venne eretta su di una chiesa preesistente, ancora più piccola e decisamente assai diversa dall'attuale. La luminosità e le ombre si alternano in giochi sapienti e bizzarri al tempo stesso, creando quegli effetti scenografici che furono tra le maggiori aspirazioni degli autori dell'arte barocca. La fabbrica si presenta su uno sviluppo planimetrico che manifesta chiara l'intenzione del Vaccaro di fondere la pianta centrale con quella allungata preesistente, su un rettangolo ad angoli smussati, stessa impostazione geometrica data alla cupola. Dotata di un nartece racchiuso tra due nicchie laterali, la Chiesa conta anche due cappelle alle estremità del braccio trasversale della croce greca, che custodiscono dipinti di Domenico Antonio Vaccaro, Tommaso Martini e Nicola Maria Rossi, e quattro cappelle minori negli intervalli tra le estremità dei due bracci. Alla destra dell'altare maggiore, un locale di ampie dimensioni, coperto da volta a vela, comunica con l'ambulacro attraverso una ricca grata bronzea, munito di sportello di legno con serratura, grazie alla quale le monache dell'annesso convitto potevano assistere alle funzioni liturgiche. Nei due pannelli posti ai lati della mensa all'altare maggiore, si nota un intarsio che raffigura il “Caduceo di Mercurio e le Torri di un castello su campo rosso”: è lo stemma nobiliare di Suor Maria Rosalia Mercurio, che per sua devozione e personale munificenza, nell'anno 1725, quand'era Superiora dell'annesso Monastero, fece costruire l'altare maggiore, il quale insiste su una pedana marmorea.
Fonte: "storiacity.it"
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