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Chiesa di Santa Maria Assunta in Trentola

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Descrizione

L’antica Chiesa Domenicana di San Giacomo Apostolo, oggi di Santa Maria Assunta in Trentola, presenta delle importanti decorazioni murali del cui autore, Felice Ruggiero, non si conoscono nemmeno gli estremi della vita. L’impianto scenico di Trentola, eseguito nel 1768, fu sottoposto due secoli più tardi a degli interventi di restauro da parte del pittore e decoratore Salvatore Costanzo (1914). Fino ad ieri, gli affreschi versavano in un precario stato di conservazione, danneggiati dall’umidità, con colori resi opachi dal processo di salinazione e da vari rifacimenti. Oggi, dopo un lungo e paziente lavoro di recupero portato avanti dai restauratori, l’intero ciclo pittorico è stato restituito al suo aspetto originale, rendendo nuovamente leggibili i vari testi figurativi. Dal quadro d’insieme delle rappresentazioni, tuttavia, è possibile ricavare solo dei tratti limitati ma essenziali della cultura espressiva del suo autore, i cui modelli iconografici oscillano tra una personale interpretazione del gusto tardo barocco e una propensione per il Classicismo, da cui l’artista trae numerosi spunti e suggerimenti. Sulla base di un primo riordino degli elementi di confronto stilistico e compositivo, l’opera di Felice Ruggiero sembra seguire la produzione del celebre Solimena (morto nel 1747), caposcuola del fervido ambiente napoletano in cui erano giunti gli echi delle novità demuriane. Ed è in questo contesto che poco più tardi, con grande ampiezza di confronti, troverà accoglienza il solimenismo del Ruggiero; esso convalida gli accostamenti ai modi del De Mura e alla lezione del De Matteis. Anzi, nel guardare più da vicino a quest’ultimo pittore e alla sua cerchia, Felice riesce ad operare meglio uno stimolo diretto e ad accentuare i caratteri di una decorazione classicistica. Talvolta i suoi schemi e le sue riproduzioni sembrano rilevare delle concordanze e dei punti di congiunzione (sia pure molto deboli) con derivazioni provenienti dall’ambiente del Giaquinto e persino con alcuni dettami vaccariani. Il ciclo di affreschi di Felice Ruggiero rimane oggi una delle poche testimonianze artistiche superstiti della Chiesa di Santa Maria Assunta in Trentola, ed è il documento figurativo che più di ogni altro la rappresenta nel suo momento settecentesco. Si tratta di otto brani figurativi che rivestono un discreto interesse come quadro di costumi, ricco di particolari e modi di vivezza, ma molto meno per la qualità pittorica espositiva. I dipinti raffigurano alcune scene fondamentali dell’esperienza mariana e della vita di Gesù, ed hanno una singolare varietà di modi, per quanto dotati di temperamento affini. La sua pittura rimane vincolata ad un gusto solimenesco moderato nei suoi esiti e giunge invece ad accostamenti di più evidente chiarezza e pregnanza formale verso l’arte di Francesco de Mura, figura formatasi “in primis” sull’esempio del Solimena (protagonista indiscusso dello scenario artistico partenopeo) e di Paolo De Matteis, il cui orientamento pittorico fu caratterizzato da un classicismo di derivazione marattesca, riformulato alla stregua del luminismo giordanesco. L’impresa decorativa di Trentola, non essendo particolarmente ricca di carica innovatrice (non sappiamo fino a che punto il Ruggiero, nel corso della sua carriera, dovette limitarsi ad adottare questo stile in accordo con i gusti della committenza ecclesiastica), diventa un argomento piuttosto complesso da trattare per la totale scarsità di notizie su altre prove del pittore. Sei le scene evangeliche affrescate lungo le due pareti laterali della navata della Chiesa e due nella piccola zona absidale, dove sono sistemate pure quattro pitture ovali a mo’ di sovrapporte.
Fonte: "napoli.com"
Fonte immagine: "napoli.com"

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