La Chiesa, situata ad oltre 400 metri sul livello del mare, si trova in un contesto naturalistico di grande fascino e suggestione, tra boschi, sentieri di montagna, terrazze e case di pietra, antichi ricoveri di pastori e contadini. Scavata in parte nel tufo, questa “Chiesa di pietra” può considerarsi un caratteristico esempio di architettura rupestre. La struttura dell'edificio è molto semplice. L'ampio sagrato antistante presenta delle panchine in pietra e un'enorme cisterna scavata nel tufo per la raccolta dell'acqua piovana. La facciata, di estrema semplicità, è sormontata da una struttura rettangolare con due campane e da una cupola sferica. L'interno ha un'ampia navata centrale terminante nell'abside, affiancata sul lato destro da una navata più stretta. Nella sua monografia, D'Ascia (1867) riporta la notizia secondo la quale la Chiesa sarebbe stata eretta nel 1596 da Sebastiano Sportiello, per espiare un omicidio. Basandosi sulla testimonianza di alcuni discendenti della famiglia, D'Ascia racconta che i tre fratelli Sportiello (Sebastiano, Vito Nicola e Andrea), ricchi possidenti di Salerno, fuggirono a Forio dopo aver ucciso il Vescovo della loro città; per penitenza, furono costretti a costruire due chiese ad una certa distanza l'una dall'altra. Una leggenda di tradizione orale registrata a Forio nel 1990 (Vuoso, 2002, pp. 84-85) associa la Chiesa alle incursioni piratesche che tormentarono l'isola fra il XVI e il XVIII secolo: un pescatore foriano fu spinto da una tempesta in Turchia dove fu catturato dai turchi. Questi, saputo dal pescatore che Forio era priva di fortezze e di strutture difensive, organizzarono un assalto; giunti in vista dell'isola, videro in cima al monte una Regina con centinaia di soldati armati e fiaccole accese. Spaventati, i pirati si fermarono e uccisero brutalmente il pescatore, convinti che avesse mentito. In ricordo di questo evento, i foriani fecero dipingere il quadro per l'altare della Chiesa.
Fonte: "ischia.campania.it"
Fonte immagine: "Enzo Rando/ischianews.com"