Dopo la distruzione del nuovo Oppido nacque, su un’alta e amena collina, contemporaneamente ad altri insediamenti, la Terra di Pietra Borraea (l'odierna Boiaro); costituita da un castello con relativo casale, era sotto la giurisdizione dei feudatari di Caposele, i Balbano. Poco distante dal borgo, sopra un pietrone che si stacca isolato dalle colline, si erge un’antica Cappella dedicata a San Vito Martire. Per accedere all’eremo bisogna risalire i disordinati scalini intagliati nella stessa roccia. Alla sommità della scalinata, un arco spiana la via alla Chiesetta. Lo stemma che porta in centro, raffigurante il blasone del Feudatario del 1700, il Principe Inigo Rota, ha la particolarità di essere stato volutamente incastrato capovolto. Fu lo stesso Principe a farlo apporre in quel modo, allorquando, persa l’autorità su quelle terre, si trasferì a Napoli donando i suoi beni al Clero. Nel giorno dedicato a San Vito accorrono su questa rupe centinaia di cittadini, provenienti da Caposele e dai paesi limitrofi, per invocare l’intercessione del Santo affinché li tuteli dai morsi dei cani rabbiosi, tenendoli lontani dal pericolo. I festeggiamenti in onore di San Vito si tengono il 15 Giugno, con un’intera giornata trascorsa presso la Chiesetta, tra funzioni religiose ed a seguire balli e canti popolari.
Fonte: "comune.caposele.av.it"
Fonte immagine: "caposeleturismo.it"