Il Santuario, situato di fronte al vecchio palazzo municipale, è stato fondato nel 1580 e dedicato al Martire San Sebastiano. Dopo l’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 1500, la Chiesa fu ricostruita (non è dato sapere se sullo stesso sito della precedente) dagli abitanti del casale di San Sebastiano, che si accollarono completamente le spese per i lavori. I lavori si protrassero fino al 1580, secondo alcuni documenti dell’Archivio diocesano di Napoli, e diedero vita ad un edificio molto scarno, privo anche del campanile. Fu dedicata a San Sebastiano Martire forse perché sorta sui resti di un edicola dedicata al Santo. Nei locali del tempio, come riportato da alcuni documenti del Settecento, si riuniva l’Università, ovvero la comunità amministrativa. Nel 1743 terminarono alcuni lavori di abbellimento e ristrutturazione, che videro la realizzazione di una fonte battesimale in marmo, un nuovo altare maggiore e due nuove cappelle. La Chiesa, posta su un’alta gradinata in pietra lavica, ha una facciata in stile neoclassico, con due coppie di lesene corinzie che si ripetono anche nell’ordine superiore. L’interno, ad unica navata, presenta sei cappelle laterali con altari in marmo. Pilastri decorati con capitelli corinzi sorreggono gli archi di accesso alle cappelle e l’arco terminale della navata. Di notevole pregio l’organo in legno dipinto e dorato, risalente al Settecento, posto al centro della cantoria sul portale d’ingresso; opera di Domenico Antonio Rossi, noto costruttore di organi al servizio dei sovrani napoletani, è diviso in tre scomparti con 19 canne cilindriche in stagno. Numerose opere arricchivano la Chiesa, tra cui una tela del XVIII secolo di scuola napoletana, raffigurante la “Madonna con Bambino e San Sebastiano”, una statua in legno della Vergine, opera del Settecento di un artista locale, rubata dopo il terremoto del 1980. Nell’ipogeo è situata la cripta, risalente a qualche secolo prima della costruzione della Chiesa Madre.
Fonte: "sansebastianomartire.it"
Fonte immagine: "clecostruzioni.it"