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Chiesa di San Potito

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Descrizione

La Chiesa di San Potito venne costruita nel 1615 sull’omonimo colle (detto anche “Costagliola”), su disegno dell’architetto Pietro De Marino, annessa al Monastero già esistente (opera del medesimo), nel quale dimoravano le Monache Basiliane, divenute poi Benedettine. Nel secolo successivo iniziò una lunga fase di restauro e di trasformazione in monumento Barocco, ad opera dell’architetto Giovan Battista Broggia, che terminò nel 1780. Durante il “decennio francese”, l’ordine venne soppresso costringendo le Monache al trasferimento in San Gregorio Armeno, la Chiesa spogliata di alcune opere d’arte e il Monastero destinato ad accogliere la fanteria. Successivamente, la Chiesa venne affidata alla Congrega degli Ufficiali di Banco, mentre dopo l’Unità d’Italia il Monastero venne convertito in caserma dei Carabinieri. Rientra nel variegato mondo delle chiese chiuse del centro storico di Napoli, dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1985. La facciata, raggiungibile grazie alla scalinata costruita nel 1867, venne realizzata in pietra e mattoni, suddivisa in due ordini: il secondo presenta tre finestroni incorniciati da paraste, mentre attraverso il primo si accede ad un portico sopra il quale è posto il coro delle monache. L’interno, a navata unica con tre cappelle per lato, presenta un pregevole altare del Settecento e, alle pareti della zona absidale, tre dipinti: a sinistra, San Potito che salva Agnese, la figlia ossessa di Antonino (Giacinto Diano, 1784); al centro, il “Martirio di San Potito” (Nicolò De Simone, 1654); a destra, San Potito che abbatte un idolo. Nella prima cappella di destra si trova un pregevole dipinto di Luca Giordano, datato tra il 1663 e il 1665, raffigurante la Madonna del Rosario; nella terza, invece, è conservato un altro dipinto raffigurante l’Immacolata, opera di Giacinto Diano datata 1791. Nella prima cappella di sinistra, si trova un dipinto raffigurante il Calvario, opera anonima del XVII secolo; nella seconda, è stata realizzata una pregevole decorazione in stucco, raffigurante San Gaetano da Thiene ed un gruppo di angoletti. Infine, la terza cappella di sinistra conserva un quadro di Andrea Vaccaro, “La Vergine” tra i Santi Antonio e Rocco. Nella sacrestia sono invece posti i quadri di Pacecco De Rosa, con La Vergine della Purità alla quale i Santi Antonio e Giuseppe presentano quattro confratelli tra le anime del Purgatorio, e un altro raffigurante la Vergine e Santi con Sacramenti tra le anime del Purgatorio, attribuito a Domenico Mondo.
Fonte: "napoligrafia.it"
Fonte immagine: "napoligrafia.it"

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