La Chiesa sorge sulle rovine di un antico tempio: secondo alcuni storici, si tratta della Basilica fatta costruire intorno al 320 d.C. da Costantino il Grande, la cosiddetta “Costantiniana”. Altri ritengono, invece, che si tratti dei resti della Chiesa fatta edificare nel 455 da San Prisco II, quarantunesimo Vescovo di Capua, con il titolo di San Pietro ad Corpus, riferendosi con tale specificazione al fatto che l’edificio di culto si trovava nel corpo della città, cioè al centro. In questa Chiesa sarebbero state conservate le reliquie del suo fondatore. Nel 1950, furono effettuati dal De Franciscis scavi nella piazza che portarono alla luce i resti di una “domus” risalente al I secolo a.C.; luogo in cui, secondo la tradizione, San Prisco avrebbe ospitato San Pietro. Questa casa, secondo il De Franciscis, fu successivamente trasformata in luogo di culto. Su di essa sarebbe sorta la Basilica Apostolorum, edificata a tre navate. Distrutta nel corso delle invasioni barbariche, fu realizzata sulle sue rovine una torre di difesa in epoca longobarda. Nel “Libro di introito et esito del Sacro Ospedale”, conservato nell’archivio del Duomo, vi è traccia della Chiesa di San Pietro in una donazione del 1648, con la quale Francesco Annotare, curato di San Pietro in Corpo, lascia al Sacro Ospedale i crediti vantati da numerosi debitori: probabilmente, come molti religiosi dell’epoca, prestava soldi a nobili spiantati o ad affittuari di terreni in difficoltà. Nel 1738, l’Arcivescovo Mondilla Orsini provvide ad un primo restauro. Nel 1766, Francesco Granata così la descrive: “Sono da notarsi, in questa Chiesa, i quadri della soffitta, rappresentando il miracolo di San Pietro, del morto resuscitato in presenza di Nerone, ed in concorrenza di Simon Mago, il ravvedimento dello stesso Principe degli Apostoli dopo negato Gesù Cristo; e quando il Signore camminando sulle acque, lo liberò: tutte opere delle più insigni di Agostino di Gennaro”. È del 1846 la spesa per la fusione della campana: “Non essendovi in questo Comune, e molto meno nei Comuni vicini, alcun artefice abile per l’oggetto, ed avendo conosciuto Antonio Ripandelli di Sant’Angelo Lombardi che si trovava in Marcianise per fondere colà altre campane, è stata a lui richiesta la fusione. Ripandelli si obbliga di prendere la vecchia campana attualmente esistente nella Chiesa, trasportarla in Marcianise e fonderne una nuova del peso di cantaja due e rotoli dieci servendosi della campana vecchia e aggiungere il di più. La campana dovrà avere suono armonioso e chiaro”. Il progetto per la nuova campana è di Giovanni Camarchiola: la perizia definitiva della fusione in bronzo è del 22 febbraio 1847. È del 1873 la concessione di un sussidio per l’acquisto del nuovo organo. Infine, nel 1893, il Comune consegna al Parroco una statua dell’Immacolata ed un quadro di Sant’Antonio Abate, conservati nella Casa Comunale. La dedicazione di “San Pietro in Corpo” fu modificata in quella di “San Pietro Apostolo” nel 1986, dall’Arcivescovo di Capua Luigi Diligenza.
Fonte: "giovannilaurenza.com"
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