Nella Chiesa di San Nicola alla Carità si venera San Nicola di Bari, Vescovo di Myra; qui è custodita, dal 2 luglio 1682, la falangina di un indice di San Nicola. L’edificio religioso fu costruito nel XVII secolo dai Pii Operai, una Congregazione fondata a Napoli dal Venerabile Carlo Carafa, dei duchi d’Andria, conti di Ruvo di Puglia; a ricordo, nel Santuario della Madonna dei Monti, rimase nello stemma dei Pii Operai il monogramma della Vergine: le lettere M ed A intrecciate su tre monti, sormontati da una colomba. Carlo Carafa morì l’8 settembre 1633; nel 1969 i resti mortali furono traslati nell’ipogeo del tempio, e nel 1985 nella prima cappella della navata destra, tutt’ora meta di tanti devoti. Gioiello barocco, la Chiesa di San Nicola alla Carità raggiunse il suo massimo splendore nel XVIII secolo, quando vennero portati a termine i lavori. La facciata, iniziata nel 1723 con disegno di Francesco Solimena, fu completata dopo la sua morte, nel 1776. L’ingresso è possibile attraverso un portale sormontato da due angeli in marmo, realizzati da Paolo Persico nel 1775, e dal busto di San Nicola, disegnato da Francesco Solimena e realizzato da Bartolomeo Granucci. L’interno è a croce latina, con tre navate e cappelle laterali. Paolo De Matteis, discepolo prediletto di Luca Giordano ed antagonista del Solimena, affrescò la volta dell’abside, la parete sopra la cantoria, i peducci della cupola e poi, nel 1707, dipinse la grandiosa tela del transito di San Nicola e i quadri laterali dell’abside. Un altro artista molto attivo nell’arricchire la Chiesa fu Francesco De Mura, che realizzò: sulla cupola davanti la seconda cappella sinistra, la “Guarigione degli infermi di San Nicola” (1729); nel transetto sinistro, la “Visitazione”; nel transetto destro, la “Natività”; sulla cupola, il “Paradiso” (1733-1734); tra i finestroni, “I Dottori della Chiesa” (1733-1734); sull’altare della terza cappella destra, i dipinti raffiguranti San Liborio, San Raffaele e San Michele (1733). La seconda cappella di destra è detta del Crocefisso, poiché ospita al suo interno un crocefisso seicentesco in legno di Nicola Fumo. Alle pareti laterali, invece, sono conservate due tele di Leonardo Pozzolano (allievo di Francesco Solimena), con Santa Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista.
Fonte: "ilportaledelsud.org"
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