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Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli

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Descrizione

La Pontificia Reale Basilica di San Giacomo degli Spagnoli è, per le sue memorie storico-artistiche, tra le chiese più importanti di Napoli. Si trova all'interno di Palazzo San Giacomo, in piazza Municipio, in un edificio degli anni venti dell'800 innalzato per accogliere alcuni ministeri di Ferdinando I di Borbone. La Chiesa nazionale spagnola fu voluta dal grande Viceré Don Pedro de Toledo verso il 1540 e innalzata dall'Architetto e urbanista regio Ferdinando Manlio (interventi suoi anche a Palazzo vicereale vecchio, Castel Capuano, Annunziata, Palazzo di Don Pedro a Pozzuoli, Palazzo Cellamare) ed è annoverata tra gli esempi più rilevanti d'architettura del periodo vicereale spagnolo. L'edificio fu sin da principio associato ad un ospedale destinato alla cura dei poveri; poi venne nel 1589 l'istituzione del Banco di San Giacomo, al quale venne aggiunto un Monte di Pegni, gratuito per le piccole somme, due conventi (Concezione e Maddalena) e la Congregazione. L'insula spagnola così composta fu denominata la “Santa Casa di San Giacomo”. Il 20 maggio 1614, il Viceré di Napoli, Conte di Lemos, vi istituì la “Real Congregación del SS. Sacramento de la Eucharistía de la Nación Española”. Le finalità della Congregazione erano molteplici: dare soccorso all'indigenza di onorati spagnoli, fornire una dote alle orfane, l'assistenza agli infermi, ai carcerati, ai pellegrini, organizzare la celebrazione dei suffragi “pro anima” e fare ogni anno una Solenne Processione del Santissimo Sacramento nell'Ottava del Corpus Domini. Le regole della Congregazione vennero definitivamente approvate il 24 dicembre 1624 dal Viceré Don Antonio Alvarez de Toledo, quinto Duca d'Alba. L'edificio, restaurato nel 1741, negli anni 1819-25 fu inglobato - dopo l'abbattimento della monumentale facciata e dell'ospedale - nell'attuale Palazzo San Giacomo, opera dei fratelli architetti Stefano e Luigi Gasse. Da allora, la proprietà del tempio è passata alla Congregazione. La Chiesa, con archi e pilastri in piperno (come visibile nella restaurata cappella della Madonna di Montserrat), è a tre navate con cappelle laterali, cappelle absidali e profonda abside che accoglie, dietro l'altare maggiore di Domenico Antonio Vaccaro e sotto un imponente organo settecentesco, il gran mausoleo di Don Pedro de Toledo, in marmo di Carrara, capolavoro della scultura rinascimentale del Cinquecento in Italia, scolpito tra il 1540 e il 1560 da Giovanni Merliano da Nola, con cui collaborarono artisti del calibro di Giandomenico d’Auria e Annibale Caccavello. Il monumento è composto da un alto basamento quadrato, sui cui lati sono mirabilmente raffigurate, in bassorilievo, le vittoriose imprese vicereali; ai quattro angoli, le statue delle virtù cardinali (Giustizia, Fortezza, Temperanza e Prudenza), mentre in cima si riconoscono le statue del Viceré e della prima moglie, Donna Maria Pimentel Orsorio, entrambi rappresentati inginocchiati, in atto di preghiera. Ma il caso volle che, al momento della morte - avvenuta nel 1553 - il Viceré si trovasse a Firenze, nel cui Duomo venne seppellito: la sua tomba venne terminata successivamente ed ospitò poi suo figlio, Don Garcia de Toledo, e la di lui moglie, Donna Vittoria Colonna. Sono presenti numerosi altri monumenti sepolcrali del '500, lapidi ed iscrizioni. Di gran valore, per antichità e qualità, i dipinti cinquecenteschi su tavola di Marco Pino, Vasari, Giovanni Battista Lama e Criscuolo, mentre su tela di Luca Giordano, Andrea Vaccaro ed altri, per finire con il portone ligneo di Benvenuto Tortelli (attivo a Napoli nella seconda metà del '500). Oggigiorno (aprile 2017), la Basilica è chiusa al pubblico per motivi di sicurezza e versa in uno stato di degrado; è anche presente umidità diffusa di risalita che rinvia alla sottostante “terra santa” (locali cimiteriali). È stato emanato un vincolo storico-architettonico sulla Chiesa ed è in preparazione il vincolo archivistico per l'archivio della Congregazione. Sono in corso delle procedure atte a reperire fondi per il restauro definitivo dell'intero complesso.
Fonte: "unina.it"
Fonte immagine: "napoleggiamo.it - italyinus.org"

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