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Chiesa di San Francesco

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Descrizione

Lungo la stretta strada che conduce alle spiagge della Chiaia e della Sciavica (oggi spiaggia di San Francesco), tra le rocce laviche della collina di Zaro, sorge la Chiesa di San Francesco di Paola, denominata anche Santa Maria di Montevergine. La facciata rosa è affiancata, sul lato destro, dal campanile. Sul lato sinistro sorge l'ex eremitaggio, ora villa privata, caratterizzato da una serie di suggestivi archi sui due piani. La muratura è in pietra di tufo e pietra lavica. La facciata è decorata da un tondo in mattonelle maiolicate inserito all'interno del timpano che poggia su una cornice aggettante. Quattro lisce lesene delimitano tre parti: in quella centrale campeggia il portale principale in pietra grigia con cimasa semicircolare, quelle laterali ospitano due portoni più modesti. L'interno, a pianta basilicale, è diviso in tre navate: quella centrale, coperta da volta a botte, si restringe in uno spazio con volta a vela e conduce al presbiterio, dove è situata la cupola sostenuta da un alto tamburo. Sulla parete della navata sinistra sono collocati due cherubini in marmo, sormontati da una colomba su nubi, eseguiti da un ignoto scultore campano nel 1789; si tratta del un frammento di una cona marmorea, ubicata in origine sulla parete di fondo del presbiterio. Si trovano inoltre: la figura della Madonna dell’Assunta in bassorilievo, un piccolo Crocifisso del ‘700, un busto di San Francesco di Paola, una statua lignea di Sant'Anna risalente al XVIII secolo, l’organo a canne costruito nel 1781 da Domenico Antonio Rossi. C'è un episodio, per altro ricordato in una lapide marmorea all'esterno della Chiesa, che merita di esser raccontato. Il riferimento è al medico e avvocato foriano Giovanni Angelo Patalano (1873-1957) che, nel 1901, non ancora trentenne, si prese personalmente cura dei numerosi malati di vaiolo arabo che stava decimando la popolazione di Forio. Il lazzaretto venne realizzato proprio nella Chiesa e, pur in penuria di medicinali e scarsità di mezzi, il medico Patalano riuscì a salvare molte vite mettendo decisamente in secondo piano la possibilità, affatto remota, di essere egli stesso contagiato dall'epidemia. Un atto di eroismo che un secolo dopo, nel 2004, è valso al Patalano l'intitolazione del tratto di strada dell'ex statale 270, che conduce al popoloso quartiere di Monterone.
Fonte: "ischia.it"
Fonte immagine: "ischialaperladelgolfo.blogspot.it"

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