Complesso conventuale di origini domenicane, fu costruito tra il 1619 ed il 1660, sulla preesistente Cappella di Santa Maria della Salute e sulle proprietà di Sara Ruffo, la nobildonna calabrese che per l'impresa donò 800 ducati. La Chiesa fu anche primizia della rivista “I Gigli di Maria”, sulle quali pagine ha preso forma, per mano di Giuseppe Nicodemo, la fantastica storia della statua della Madonna della Neve, oggi nell’omonima Chiesa a Ponticelli. Rappresenta la mano dell’architetto e mastro d’ascia Fra’ Giuseppe Nuvolo, nel disegno del coro e nella migliorìa dello schema piatto della struttura, mentre il Monastero va attribuito a Fra’ Bonaventura Presti, realizzato tra il 1675 ed il 1680, dove ancora si conserva il Monumento funebre di Diego Chiros y Mayorca, opera di Domenico Moisè del 1675. La facciata della Chiesa è scandita da paraste in pietra vesuviana; su di essa restano collocate le statue, a destra e a sinistra, dei Santi Tommaso d’Aquino e Domenico di Guzman. Al suo interno, l’edificio si presenta a tre navate con cappelle laterali, dall’altezza complessiva inusitata per le chiese d’architettura e fondazione domenicana; le arcate sono ampie, l’altare maggiore sistemato pressoché al centro del percorso, laddove ricade lo spazio della cupola. Gli affreschi con le “Storie di santi Francescani e Domenicani”, di Vincenzo Galloppi e Salvatore Cozzolino, entrambi del 1882, occupano la navata centrale. Il coro si presenta di forma rettangolare, concluso da un abside semicircolare sul quale insiste una piccola cupola sfinestrata. L’altare maggiore è opera congiunta di Cosimo Fanzago, che ne diresse i lavori di sovrastruttura nel 1639, assieme alla bottega artigiana di Matteo Pelliccia e Giovanni Mozzetti; il tabernacolo è in pietre preziose. Nella prima cappella di sinistra, si conserva il Sepolcro di Alessio Falcone Rinuccini, opera certa di Giuseppe Sanmartino su disegno di Ferdinando Fuga del 1758; a sinistra della medesima, un “Crocifisso” di autore ignoto, stile tardo Barocco. Nella cappella successiva sta la tela della “Vergine con i Santi Anna, Nicola, Giovanni il Battista, Caterina e le anime del Purgatorio”. Nella terza cappella, sempre di sinistra, viene presentata la tela di Giacinto Diana, raffigurante la “Vergine che presenta l’immagine miracolosa di San Domenico Soriano”. Sull’altare, la tela del 1690 di Luca Giordano, che ritrae la “Madonna del Rosario”; di medesimo soggetto, il bassorilievo che decora il paliotto dell’altare; ancora in questa zona, sul pavimento, alcune lastre tombali ricordano la famiglia Ruffo. La cappellina a destra del presbiterio conserva affreschi e la tela di “San Vincenzo Ferrer”, scuola vaccariana. Al di là del cappellone, a destra del transetto, si accede alla cappella dell’Arciconfraternita della Madonna del Rosario, datata 1620, in cui si conservano le reliquie di Nunzio Sulprizio; l’interno è a navata unica e volte a botte con stucchi realizzati nel tardo Ottocento, e alle pareti diverse opere di Giacomo Farelli del 1703.
Fonte: "storiacity.it"
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