La Chiesa dell’Annunziata, anche chiamata Ave Gratia Plena, si presenta con la veste decorativa fissata dai lavori del 1735, documentati da un cartiglio in stucco sulla controfacciata. Gli ultimi restauri (fine XX secolo) hanno però evidenziato anche una complessa stratificazione di opere e decorazioni, databili fin dalla metà del XVI secolo. Le origini dell'attuale Chiesa non sono note, benché delimitabili tra XIV e XV secolo perché periodo di fondazione di istituzioni vicine (come le Ave Gratia Plena di Casertavecchia, Limatola, Caiazzo, Capua ed altre). Le partiture architettoniche in piperno riportate in superficie nei pilastri, nell'arcata della prima cappella sinistra, nella cupola e sull'arco trionfale di accesso al presbiterio, databili tra gli anni 1560-70 e il principio del XVII secolo, costituiscono le tracce più antiche; la lapide sepolcrale davanti la terza cappella di destra, datata 1563, sempre che sia pertinente all'edificio attuale piuttosto che ad uno preesistente poi distrutto, è coerente con le opere murarie superstiti, anticipando così la tradizionale data di consacrazione, fissata al 1607. Nel corso del 1600 furono realizzati numerosi interventi; tra gli altri, si possono osservare: nella navata le originarie croci di consacrazione, in marmi commessi policromi; nella pavimentazione le lapidi marmoree, più o meno lavorate artisticamente, indicanti i luoghi di tumulazione rispettivamente per gli infanti (1674, presso il terzo arco sinistro) e per i sacerdoti (1674). Il sottarco della terza cappella a destra mostra interessanti affreschi seicenteschi, di fattura popolare, raffiguranti la “Natività di Maria” e “Maria in Gloria” tra gli angeli musicanti. L'esempio più notevole di decorazione seicentesca è la seconda cappella di sinistra, in antico dedicata a San Domenico (stando a quanto riportato nelle “Sacre Visitationes”, conservate nell'Archivio Arcivescovile di Capua) e di juspatronato dei Duchi di Morrone. La cappella, mutila per la perdita della tela che doveva essere sull'altare e degli affreschi dipinti nel riquadro posto al centro della volta a botte, è un vero capolavoro: particolarmente notevoli sono gli stucchi di coronamento dell'altare e i due simmetrici riquadri sulla parete di fondo, sovrastati da due stemmi nobiliari uguali, dal blasone ancora non identificato; se quello dei De Mauro (dal 1632 Baroni e dal 1662 Duchi di Morrone), confermerebbe l'ipotesi di datazione al periodo tra il 1640-60, avanzata in virtù delle evidenze stilistiche ed iconografiche delle decorazioni. Al centro della pavimentazione della cappella è una grande lapide sepolcrale in marmo bianco, raffigurante lo stemma dell’Ave Gratia Plena (con il consueto blasone), originariamente decorato da incastonature di pietre dure, paste vitree e marmi policromi. La zona presbiteriale conserva affreschi a finte prospettive architettoniche, delle pareti, dei pennacchi e del tamburo della cupola, tutti elementi databili comunque all'ultimo quarto del '60. È recente il restauro della “macchina lignea” dell'altare principale, che ha svelato la data di lavorazione della cona: 1703; al centro, la grande tela con “L'Annunciazione”, di ambito solimenesco. Ancora ad una fase finale del XVII secolo risale il campanile, con elementi in tufo grigio, attardato su modi tardo manieristici, la cui realizzazione (o, più verosimilmente, la ricostruzione a seguito di crolli o danni parziali conseguenti il terremoto di Cerreto del 1688) è datata al 1691, a cura dell'economo Cesare Pyroisa. Ai lavori del 1735 sono da far risalire gli affreschi della cupola, gli altri affreschi delle cappelle laterali destre e il tono con San Michele della navata, oltre il bell'altare e la balaustra (1736) in marmi policromi.
Fonte: "trionfo.altervista.org"
Fonte immagine: "comune.castelmorrone.ce.it - trionfo.altervista.org"