Accedi o Registrati
Pubblica gratis
  • Home
  • About us
    arrow_drop_down
    • Team
    • Privacy Policy
    • Terms
    • Contattaci
  • Come funziona
    arrow_drop_down
    • Come funziona
    • Come registrarsi
    • Per le aziende
    • Per le attrazioni
  • English
  • Italian
Pubblica gratis

Chiesa dei Santi Severino e Sossio

  • Descrizione
  • Avvia navigatore
  • Salva
  • Condividi
  • Segnala
Descrizione

La fondazione del complesso monumentale dei Santi Severino e Sossio, che si articola in due chiese e quattro chiostri, è fortemente legata alla presenza a Napoli dei Frati Benedettini. Il complesso risale al IX secolo, quando le incursioni saracene spinsero i Frati ad abbandonare il vecchio Monastero, situato sulla collina di Pizzofalcone, ed a fondarne uno nuovo nell’846, insieme ad una piccola Chiesa nella quale, nel 902, furono trasportate le reliquie di San Severino. Nel 904, vi trasferirono anche le reliquie di San Sossio, compagno di martirio di San Gennaro, rinvenute da alcuni Monaci tra i ruderi del Castello di Miseno. Da tale data in poi, la Chiesa e il Monastero presero la denominazione dei due Santi. Distrutto una prima volta, il complesso fu ricostruito nella seconda metà del XII secolo: di questo intervento restano labili tracce nella Chiesa inferiore, nuovamente rifatta sul finire del XVI secolo ad opera dell’Architetto Giovan Francesco Mormando di Palma e grazie a 15 mila scudi donati dal Re Alfonso II d’Aragona. Nel 1609, i Benedettini affidarono a Belisario Corenzio la decorazione della volta della navata, del transetto e la zona del presbiterio; durante questi lavori, Cosimo Fanzago disegnò il ricchissimo altare maggiore e la balaustra in marmi policromi, completata nel 1640. Nel 1658 fu completato il bel pavimento marmoreo del coro. La costruzione del nuovo campanile, iniziata nel 1642, posto sul lato destro verso il Convento, è opera dell’Architetto e Ingegnere Michelangelo Cartaro. Dal 1715 al 1738, Giovan Battista Nauclerio (Architetto dei Monaci) si occupò del rifacimento della volta e dell’apertura delle 14 grandi finestre, Francesco de Mura affrescò e Giuseppe Scarola decorò di stucchi le volte della navata, le pareti interne vennero rivestite di marmi policromi rendendo la Chiesa dei Santi Severino e Sossio un esempio unico nella città di Napoli. Oggi, il tempio si presenta esternamente con la sua maestosa mole, apprezzabile per la buona visuale prospettica. Nella facciata ritroviamo il lessico mormandeo nell’imponenza del basamento grigio con cornici superiori e nella linearità del disegno delle modanature degli oculi e delle nicchie. Un ordine di lisce lesene composite s’imposta su un alto basamento, con cornice di base e risalto superiore, e suddivide lo spazio in cinque riquadri. Oltre la seconda trabeazione, troviamo il timpano con al centro l’occhio circolare aperto. L’impianto planimetrico si sviluppa a croce latina con navata unica, su cui si aprono sette cappelle per lato, transetto appena sporgente dal perimetro della Chiesa e profondo coro rettangolare. Tali cappelle sono tutte a pianta quadrangolare e coperte con volta a vela. Al di sopra della cornice della trabeazione si alza una parete muraria nella quale vi sono ampie aperture e sopra la quale s’imposta la volta a botte, ornata con stucchi e affrescata. Preceduto da una serie di gradini che pongono il presbiterio a una quota superiore rispetto al pavimento della navata, separato da una balausta in marmo, troviamo la zona dell’altare maggiore, quest’ultimo a intarsi di marmi e madreperla, di dimensioni non grandi forse per consentire la visione degli splendidi stalli intagliati del coro. Di particolare interesse risulta il collegamento della Chiesa con la sagrestìa decorata, preceduta da un atrio d’ingresso, attraverso un corridoio settecentesco che si apre nell’ultima cappella a destra della navata. Tale ambiente risulta riccamente decorato, con stucchi e affreschi negli alimenti verticali e di copertura. Degli interventi cinquecenteschi, si conservano ancora oggi apprezzabili testimonianze: nella cappella Gesualdo, sono collocate un'ancona marmorea di Giovanni Domenico D'Auria e una tavola di Marco Pino; nella cappella Sanseverino, sono visibili i monumenti funebri di Ascanio, Iacopo e Sigismondo Sanseverino, eseguiti nel 1539-40 su disegno di Giovanni da Nola.
Fonte: "chiesadinapoli.it"
Fonte immagine: "nobili-napoletani.it - napolidavivere.it"

Ad
Galleria
Categoria
  • Chiese
Località
Avvia navigatore

Made with ❤ by Tabiliacom

person
Accedi

O connettiti con

Sign in with Google
Login with Facebook
personNon hai un account ?
lockPassword dimenticata ?
person
Crea account

I tuoi dati personali verranno utilizzati per supportare la tua esperienza in questo sito Web, per gestire l'accesso al tuo account e per altri scopi descritti nel nostro privacy policy.

O connettiti con

Sign in with Google
Login with Facebook
Già registrato ?

Carrello

  • Facebook
  • Twitter
  • WhatsApp
  • Telegram
  • Pinterest
  • LinkedIn
  • Tumblr
  • VKontakte
  • Mail
  • Copy link