La Chiesa di San Demetrio e Bonifacio, oggi sconsacrata e presa in gestione dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli “Federico II”, ha avuto una storia architettonica difficile per la complessa situazione urbanistica in cui venne ad inserirsi nei primi anni del Settecento, che non ha trovato compiuta soluzione negli anni successivi. A Napoli, l'insediamento monastico ha avuto sempre punti di grande forza ed è stato un fenomeno in continua espansione fin dall'alto Medioevo, ad iniziare dai primi monasteri greci e latini, a cui si aggiungeranno gli ordini mendicanti dopo la metà del Duecento ed i nuovi ordini dopo il Concilio di Trento. Nel Seicento, Napoli è una città conventuale di riconosciuta valenza ed elevata quantità numerica. Ma all'interno della particolare storia urbana dei conventi napoletani, fondata su continui accrescimenti edilizi dal momento della loro fondazione, con successivi acquisizioni e lasciti, ampliamenti e inglobamenti, persino di strade e vichi, oltre che di spazi pubblici e abitazioni di privati, nel caso della fabbrica religiosa di San Demetrio e Bonifacio, ci si ritrova in presenza di raro esempio di frazionamento di una grande proprietà monastica benedettina, con successive vendite a privati nella spinta demografica nobiliare che si verificò a Napoli tra il Quattrocento e il Cinquecento. L’attuale edificio di culto, che sorge nell’area del primo ampliamento della Neapolis greco-romana, fu edificato dai Frati Somaschi tra il 1706 e il 1725, in adiacenza alla omonima antica Chiesa. L’impianto planimetrico è a croce greca, costituito da un alto invaso centrale sormontato da una cupola senza tamburo, illuminata da otto grandi aperture e da quattro corte braccia laterali terminanti ad esedra; quella meridionale, più profonda, accoglie l’abside con l’altare maggiore. L’attuale facciata presenta un’articolazione estremamente modesta, con un semplice portale sormontato da un’edicola. All’inizio del XIX secolo, con la soppressione degli ordini religiosi, la Chiesa fu chiusa al culto; passata sotto la giurisdizione della Curia arcivescovile di Napoli, fu concessa in uso ad una congregazione di studenti (1821) e quindi all’Arciconfraternita della Visitazione (1907), per essere infine abbandonata ad un lento degrado, terminato soltanto con i lavori di restauro conclusi nel 1987. Acquistata dall’Ateneo fridericiano, la Facoltà di Architettura vi tiene seminari, mostre, convegni e sedute di laurea.
Fonte: "unina.it"
Fonte immagine: "unina.it"