La Collegiata di San Giovanni Battista sorge nel Medioevo, nel cuore del centro antico di Carife ed è stata colpita da tutti i terremoti dell’Irpinia fin dalle sue antichissime origini: particolarmente disastrosi sono stati quelli dell’8 settembre 1694, del 29 novembre 1732 (il famoso terremoto di Sant’Andrea, che a Carife causò 460 morti e 150 feriti) e quello del 23 novembre 1980. Sulla lapide apposta sul portale, si legge che il terremoto del 1732 rase al suolo l’edificio religioso, che fu riedificato ed aperto al culto nel 1754 (secondo altre fonti, già nel 1742). La Chiesa Madre di Carife è dedicata a Dio Ottimo Massimo ed è intitolata a San Giovanni Battista. Viene nominata la prima volta nel 1266 e dichiarata Collegiata nel 1515 da Papa Leone X (Giovanni de’ Medici); il Papa Benedetto XIV (Prospero Lorenzo Lambertini) la dichiarò “Collegiata Insigne”, con propria Bolla datata primo luglio 1774. Dopo il terremoto del 1980, la Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Salerno, Avellino e Benevento affidò all’Ingegnere Michele Candela l’incarico di redigere il progetto di restauro, che è stato “semplice, lineare, leggibile… elegante nelle sue soluzioni che non intaccano né la veste interna dei fastosi stucchi, eseguiti con rara maestria da Domenico Vaccaro, né i paramenti esterni di muratura listata”. La Collegiata fu riaperta al culto il 16 agosto 1997 e fu inaugurata il 10 agosto 1998. La facciata della bella Chiesa, il cui progetto con pianta a croce latina ad unica navata è attribuito alla scuola napoletana (qualcuno parla di allievi del Vanvitelli), è neoclassica di stile romanico, adornata da un bel portale barocco, da quattro anfore/lampade votive (nel corso dei vari restauri hanno perduto le “fiamme”) e da quattro nicchie. L’interno, sempre di stile barocco, fu eseguito con rara maestria da Domenico Vaccaro. Vi è conservata la reliquia del Legno Santo della Croce, portata a Carife dai Marchesi Capobianco, avuta in dono dai Borboni di Spagna, che a loro volta l’avevano avuta a Gerusalemme. È custodita in uno splendido reliquiario di fattura spagnola ed i Carifani tutti ne hanno grandissima venerazione. Nella Chiesa c’è anche un bellissimo, grande ed assai espressivo Cristo Crocifisso in legno, del 1757, probabilmente della Val Gardena, un polittico della Madonna del Rosario del 1585, opera del pittore salernitano Andrea Sabatini, un bel coro ligneo e un bellissimo altare barocco in marmi policromi. Sotto la volta, anche se danneggiato e lacunoso, c’è un affresco che rappresenta il “Trionfo della Fede”. Interessanti ed artistici sono anche il pulpito ligneo, un bel confessionale sempre in legno, alcuni dipinti, la statua della Madonna delle Grazie ed il parapetto dell’organo, provenienti dal Convento di San Francesco.
Fonte: "carife.eu"
Fonte immagine: "comune-italia.it"