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Cattedrale di Santa Maria Assunta

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Descrizione

L’origine dell’attuale Cattedrale risale al XII secolo. Ulteriori notizie sulla Diocesi di Alife risalgono anche alla fine del V secolo d.C., allorché Clarus, Vescovo alifano, partecipò al Concilio Romano sotto il Pontefice Simmaco. Restauri e saggi archeologici effettuati tra il 1985 e il 1994 hanno messo in evidenza edificazioni di età romana, consistenti in ambienti contigui al vicino teatro e alle terme urbane ad ipocausto, mentre nei lavori di ristrutturazione della sagrestìa, effettuati nel 2009, sono emerse notevoli tracce di affreschi di età medievale. Inoltre, il Professor Marrocco ipotizza la creazione della Cattedrale su un preesistente tempio di Giunone, nonché, sempre nel medesimo sito, risultano ulteriori costruzioni di carattere religioso risalenti all’età longobarda. È noto, infine, che nel 969, l’Arcivescovo Landolfo di Benevento, in seguito al privilegio del Papa Giovanni XIII, venne investito del diritto di consacrare vescovi in dieci città, tra cui Alife, per cui anche quest’ultima doveva necessariamente possedere una Cattedrale. Fu Rainulfo De Quarrel Drengot III, Conte di Alife (inizio XII secolo), che volle edificare una magnifica Cattedrale, quando nel 1132 portò ad Alife il Corpo di San Sisto I, Papa e Martire, dichiarandolo Protettore della città. La sua realizzazione, divenendo simbolo tangibile di superiore dignità e potenza acquisita dalla dinastia normanna, era un’ulteriore segno visibile di un legame particolare che univa Rainulfo alla città di Alife, rapporto che si andava consolidando attraverso l’impulso dato alla rinascita sociale, civile e artistica che, secondo il suo promotore, doveva portare la città stessa ad assumere quel ruolo che le competeva. I lavori della costruzione si svolsero tra il 1127 e il 1135, con una certa alacrità, tenendo comunque presenti le preesistenti strutture; motivo per cui la Chiesa non risulta canonicamente orientata, avendo le absidi a Sud. La sua struttura originaria doveva essere di forma rettangolare, con una facciata provvista di tre portali con copertura, forse, a capanna o a salienti. Sul davanti un ampio atrio, come in molti edifici di culto del XII secolo, racchiudeva uno spazio fra il tempio e la pubblica strada. La Cattedrale, nel corso della sua lunga esistenza, è stata sottoposta a numerosi restauri, a seguito di terremoti e varie distruzioni causate da periodiche guerre ed invasioni di eserciti conquistatori. Verso la prima metà del XIX secolo, dopo diversi lavori di ristrutturazione, si giunse all’attuale aspetto in stile neoclassico. Seguirono altri lavori di restauro e rifacimento, tutti occorrenti per la normale e decorosa manutenzione del monumentale edificio, quali la costruzione delle cappelle laterali e la realizzazione di balaustre e stucchi vari. Nel 1925, il pavimento della Cattedrale venne fatto restaurare a spese di Monsignor Felice Del Sordo, poi sostituito dall’attuale che risale agli anni di Monsignor Raffaele Pellecchia, Vescovo di Alife dal 1961 al 1967. Risale a questo periodo anche il trasferimento dell’organo del XVIII secolo, che fu installato al centro della cantoria, sovrastante la monumentale porta maggiore d’ingresso, mentre precedentemente era posizionato nel fornice a sinistra dell’ultima arcata della navata centrale, per chi guarda dall’ingresso. Del periodo barocco è un dipinto raffigurante San Sisto, di cui assieme a San Oronato si conservano diverse reliquie. Sulla grande parete di fondo del presbiterio, dietro il monumentale altare maggiore, il maestro Gaetano Bocchetti dipinse, nel 1937, la grandiosa “Assunzione della Vergine”, oltre ad alcuni episodi dell’infanzia di Gesù: “L’Annunciazione”; “La Fuga in Egitto”; “La Natività”; “La Sacra Famiglia”; “La Disputa con i dottori”; “La Presentazione al Tempio”. Molto bello il presepe, opera del Professor Marcellino Angelillo, che da una ricerca storica attenta alle culture e alle tradizioni della gente alifana ha saputo realizzare un capolavoro di arte e cultura. Si tratta di un ricostruzione plasmata sulle modulazioni settecentesche della realtà alifana, con tutte le simbologie classiche della rappresentazione napoletana della nascita di Gesù, capace di unire insieme storia, folklore e teologia. Il presepe è stato realizzato grazie al contributo soprattutto di cittadini alifani; i pastori provengono da artigiani della terracotta napoletana, Giuseppe e Marco Ferrigno di San Gregorio Armeno.
Fonte: "alifeturismo.it"
Fonte immagine: "altocasertano.wordpress.com"

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