Il Castello è l’area fortificata che comprende tutto il pianoro che si trova sulla sommità dello sperone roccioso. La struttura (negli antichi documenti è chiamata Castellum Sancti Felicis) e successivamente Rocca (dall'arabo Ruch = torre quadrata per difesa) venne edificata quale fortilizio difensivo dai Longobardi per difendere il territorio dai Bizantini. Sono ben visibili le mura di cinta ed è ben riconoscibile l’ingresso all’area munita. Lo spiazzo che si apre subito dopo l’ingresso ospitava le abitazioni degli artigiani e dei soldati. Oltrepassato un altro ingresso, pure esso fortificato, si entra nel cortile dal quale si accede al Donjon, il nucleo più antico della fortificazione assieme alla murazione di cinta. La Torre è del XII secolo, di forma cilindrica con diametro di 10 metri, fondata su roccia e costruita con la tecnica del riempimento a sacco (opus caementicium) entro cortine di conci calcarei di forma irregolare (opus incertum). I muri, che hanno lo spessore di 2,50 metri, impiegano come sostegni dei conci di paramento, frammenti di tegole e di coppi. La Torre è strutturata su quattro piani: nel primo trovano posto la cisterna per l’approvvigionamento idrico e un locale per lo stivaggio di provviste e legname (deposito); il secondo piano, dotato di monofore e di vani a muro per il deposito di oggetti e l’alloggiamento di lucerne, svolgeva funzioni di cucina, come si desume dalla presenza del pozzo e del forno-camino; a funzioni abitative erano destinati gli ultimi due piani, con il terzo fornito di servizio igienico, di lavabo e di un vano-finestra. La copertura, impiegata per l’avvistamento e la difesa, svolgeva anche le fuzioni di impluvio ai fini dell’approvvigionamento idrico. La leggenda vuole che tra i ruderi del Castello, nelle notti di plenilunio, si aggiri il fantasma di Margherita d’Austria, vestita di bianco. Moglie di Enrico di Svevia (figlio dell’Imperatore Federico II), Margherita seguiva tutti gli spostamenti del marito, prigioniero, tra le fortezze dell’Italia Meridionale. Il repentino trasferimento tra una prigione e l’altra dell’illustre carcerato, avrebbe fatto perdere le tracce alla sposa. Si racconta che la donna, quando seppe della morte di Enrico, non riuscendo ad identificare con precisione i luoghi, fu vista più volte peregrinare attorno alle mura del Castello di Rocca San Felice, in cerca di notizie del suo amato.
Fonte: "roccasanfelice.net - irpinia.info"
Fonte immagine: "roccasanfelice.net"