Il Castello di Prata Sannita fu edificato per la prima volta nel IX secolo. Distrutto nel 1134, fu interamente ricostruito nel XV secolo quando il feudo di Prata pervenne ai Pandone, che dotarono il borgo di un muro di cinta a protezione dell’abitato. Le famiglie che si sono succedute nel possesso del Castello, dando lustro alla terra di Prata, furono: Villacoublay; Capuano; Sanframondo; Pandone. Nel 1500, il feudo passa alla famiglia Rota e nel 1600 alla famiglia Invitti, che lo detenne fino al XIX secolo per poi cederlo alla famiglia Scuncio. Dall’aspetto maestoso e solenne, traspare l’architettura Angioina, con le sue quattro torri cilindriche che superbamente si elevano al cielo: da esse, dalla mole dell’edificio dai cui spalti si domina buona parte della Media Valle del Volturno, e dalla struttura solidamente fortificata, si può dedurre che il Castello ha avuto un ruolo militare strategico, soprattutto dal punto di vista difensivo. Nel corso degli anni il Castello subì numerose trasformazioni ma, quando venne meno la funzione difensiva, vi si istituì una scuola che insegnava le buone maniere, la cortesia, il nuovo concetto dell’amore. Ciò per uniformarsi alle nuove concezioni sorte in Francia, diffusesi gradatamente in tutta Europa. Divenuto centro culturale importante, vi affluirono numerosi giovani appartenenti alle più nobili famiglie. Il Castello fu visitato dall’Imperatore Federico II di Svevia e insieme a lui raggiunsero il maniero i Templari, i Cavalieri del Santo Sepolcro e i Cavalieri teutonici. Nelle segrete, incisioni sulla pietra di croci e simboli testimoniano che il racconto non è leggenda. Per accedere al Castello, bisogna attraversare il portone posto dopo l’ingresso del borgo e le rampe di accesso in pietra, con ampie gradinate e tornanti che terminano in una spianata dalla quale si domina buona parte del borgo. Di forma rettangolare, il forte si articola intorno ad un cortile la cui pavimentazione ricopre una cisterna dove confluiscono le acque piovane. Il portone d’ingresso si apre su un androne in pietra viva e su una scalinata che separa le due ali del palazzo. Le stanze abitate sono distribuite su tre piani. Il piano terreno ospitava anticamente i locali della servitù; precede il vano delle cantine e quindi della prigione, che occupa la base della torre piccola, un vano circolare sulle cui pareti sono incise le emozioni dei prigionieri. Nel vano più spazioso dell’ala sinistra sono visibili zone d’intonaco dipinto, la cappa di un camino e finestroni circolari che guardano verso il cortile. Da qui si accede alla torre Nord, dove vi sono un affresco con racemi e una piccola Annunciazione. Il secondo vano, al quale si accede mediante una scala ottocentesca in cotto, ripercorre la suddivisione delle stanze del secondo piano; da qui è possibile raggiungere la terrazza posta sulla torre piccola e ammirare l’intero borgo fino alle pianure di Venafro e la Valle di Pratella. Il Castello si visita il secondo sabato del mese; nelle sue sale, inoltre, sono allestiti il Museo della Prima e Seconda Guerra Mondiale, il Museo della Civiltà Contadina ed il Museo del Vasaio.
Fonte: "castlesintheworld.wordpress.com"
Fonte immagine: "castlesintheworld.wordpress.com"