Il Monte Castello non è certo tra le più elevate alture dei Tifatini (420 metri s.l.m.), eppure è tra le meglio visibili da quasi tutto il territorio regionale, grazie ad un fortuito gioco di prospettive e di scorci. Inimmaginabile, quindi, non farne oggetto di fortificazioni o di luoghi di culto. Le postazioni sannitiche, con la straordinaria murazione poligonale, sono attestate in un luogo insolitamente più basso (rispetto a tanti altri siti lungo la valle del Volturno) e per questo sicuramente più agevole da raggiungere e, soprattutto, di maggiore funzionalità per controllare il Volturno, le scafe ed il transito nella valle. La costruzione deve attribuirsi quasi certamente a Roberto di Lauro, Conte di Caserta, ma è da ritenere che già nell'849, Morrone avesse un proprio fortilizio e che la mano normanna abbia solo ingrandito e rimaneggiato l'impianto esistente. Le prime notizie certe su un insediamento militare sul colle è nel “Catalogus Baronum”, documento stilato per ordine forse di Ruggero (1150 d.C. circa), in funzione di un censimento delle forze militari del neonato stato unitario normanno meridionale. Il Castello, d’altra parte, mostra ancora oggi la tipologia peculiare dell’età normanna: un possente mastio poligonale, a pianta irregolare, fondato sul calcare emergente della sommità naturale più elevata. Intorno sono resti di altre murazioni, forse una cinta esterna e, quasi sicuramente, le case del primitivo borgo. I documenti tramandano i nomi dei molti feudatari che vi risiedettero; ancora in età angioina, più volte citato nella Cancelleria, il Castello era un presidio militare ma anche una residenza privilegiata. I pochi, imponenti ruderi attuali testimoniano una storia sicuramente importante. Le strutture oggi superstiti sono in pietra calcarea sciolta, con blocchi molto variabili per dimensione e per grado di lavorazione, il che lascia intendere una mera funzione difensiva e l'assenza di una fase progettuale vera e propria. Ben povera cosa a confronto col vicino - in eccellente collegamento ottico - mastio normanno del Castello di Limatola, col suo imponente ed elegantissimo paramento in tufo a vista. Quando il colle perse definitivamente le funzioni militari e residenziali non è noto. Probabilmente, conseguenza dello spopolamento furono i danni del 1456, anno del grande duplice terremoto appenninico, che imposero il definitivo trasferimento a valle dell'abitato ed il conseguente abbandono del Castello. Una vecchia tradizione vuole che, al di sotto della torre, esista un passaggio segreto che mette in collegamento il forte con il paese. La vetta del Monte Castello, per il grande valore storico e ambientale, è sottoposta a tutela dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Fonte: "trionfo.altervista.org"
Fonte immagine: "comune.castelmorrone.ce.it"