Del Castello si ha già notizia in documenti d’epoca normanna, anche se la fabbrica che vediamo oggi è il prodotto di vicende costruttive ed architettoniche sviluppatesi nell’arco di diversi secoli. Distrutto dal sisma del 1198 e ricostruito verso la fine del XIII secolo su ordine di Federico II di Svevia, dal XVI secolo il maniero fu trasformato in residenza signorile fortificata. Imponenti sono le mura difensive, su cui si staglia la torre-mastio (donjon) a pianta quadrata, che raggiunge i dodici metri di altezza, originariamente dotata di ponte levatoio e da cui si può ammirare l’intera valle sottostante. Abbandonato dai feudatari dopo l’incendio che l’edificio subì nel 1769, dal 1977 il Castello è di proprietà comunale. Vi si accede attraverso un grande portale d’ingresso da cui, superato un breve androne, si entra in un cortile lastricato su cui si aprono diversi ambienti disposti al piano terra. In tale area sono adagiati due blocchi di pietra con iscrizioni in latino. Al termine del cortile, si ammira la bella loggetta rinascimentale con archi a tutto sesto. Al lato delle scale che portano al piano nobile vi è un pozzo, che ancora oggi contiene acqua. Sotto il porticato del cortile ducale vi sono i resti di una cappella. Salita la rampa di scale lapidee e raggiunto il piano nobile, si possono ammirare l’artistica loggetta quattrocentesca caratterizzata da archetti su pilastrini ed una serie di ambienti perfettamente restaurati e funzionali, tra cui un suggestivo salone oggi adibito a sala conferenze. Il Castello funse da dimora di caccia di Federico II di Svevia. Qui, nel 1588, il Feudatario Giovan Battista Manzo (o Manso), secondo la tradizione, avrebbe ospitato l'amico e poeta Torquato Tasso. La struttura ospitò, nel XVII secolo, anche il primo Duca di Bisaccia, Ascanio Pignatelli. Il Castello Ducale ha formato oggetto di un recente restauro.
Fonte: "museobisaccia.it"
Fonte: "comune.bisaccia.av.it"