Il castello fu edificato intorno al VII-VIII secolo; alcune tracce storiche ci permettono di attribuire al castello tale periodo di costruzione. In primo luogo, la presenza di numerose caratteristiche architettoniche di tipologia longobarda. Il secondo elemento è riconducibile a San Barbato, vescovo di Benevento nel VI secolo. Questo si impegnò nella conversione del Longobardi. Ultimo ma non meno importante, la presenza di una cappella dedicata all’Arcangelo Michele, che fu particolarmente venerato dal popolo longobardo. Le prime testimonianze storiche cartacee risalgono a un documento del 1146, in cui viene menzionato il signore di San Barbato “Malfrido”. Le truppe del barone di Candida Filippo Filangieri attaccarono il castello e incendiarono il paese nel 1532; da quel momento fino al 1528 i Filangieri furono proprietari del feudo. Successivamente questo passò a diversi feudatari, fino alla soppressione del feudo, avvenuta nel 1806. Fu podere dei baroni Patroni Griffi nel 1867. In seguito al terremoto che colpì l’Irpinia nel 1980, il castello fu interamente restaurato per opera del Comune di Manocalzati con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La struttura si erge imponente su un piccolo colle che domina la frazione di San Barbato. Possiede una pianta quadrangolare, ai cui angoli Sud-Ovest e sud-est si innalzano due torrioni circolari e scarpati; agli angoli nord due torri quadrate. Una splendida scala monumentale conduce all’entrata, un portale ad arco a tutto sesto. Tutt’oggi all’interno sono collocate la sala per la preparazione del catering, l’enoteca, la sala degustazione, la sala convegni, gli uffici, l’infopoint, una bellissima terrazza belvedere etc. Attualmente il Castello di San Barbato è aperto al pubblico e visibile all’interno.
Fonte: "avellinotravel.com"
Fonte immagine: "irpinianews.it"