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Castello di Loriano

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Descrizione

Nell’area meridionale dell’abitato di Marcianise, lungo la provinciale Loriano-Trentola, all’incrocio con l’asse viario che si collega all’antica via Atellana, sorge il Castello di Loriano, emergenza monumentale quattrocentesca tra le più rilevanti di Terra di Lavoro. Se ne ha menzione, per la prima volta, in un testamento del 1447, nel quale figura il nome del Giudice Giovanni Falcone “de Castro Loriani”, ed un’altra volta nel 1506, quando ne era Signore il Barone Francesco Brancaccio, perché dalle cronache di quei tempi si rileva che si mise in discordia con la Università (cittadinanza) di Marcianise per due motivi: perché volle ostacolare ai marcianisani la vendita dei loro prodotti al mercato di Loriano, quando Re Federico di Aragona aveva concesso il mercato a Marcianise, nel piazzale di Loriano e nella giornata di mercoledì, fin dal 16 ottobre 1496; perché volle impedire ai marcianisani il passaggio per il suo bosco, per andare a far legna nell’esteso bosco cittadino susseguente, nella zona di Trentola. Tale vertenza fu risolta da un editto del Re Federico, in data 9 febbraio 1506. Il Feudo aveva al centro un avito Castello di stile medioevale, con due torri menate ed era circondato da un caratteristico fossato, che opportunamente poteva essere ricolmo di acqua a scopo difensivo. Nell’interno, si notavano ampli saloni con porte dorate; del tutto rimane però un malinconico ricordo, perché i resti sono stati manomessi, svisati e trasformati in ambienti per abitazioni private. Della corte interna facevano parte la chiesa dedicata a San Marcello e i locali per la servitù e per il magazzinaggio. Di notevole interesse sono tuttora le due torri cilindriche di guardia, originariamente orlate a merli aragonesi e munite di feritoie. Su un lato esterno del Castello, si segnala lo stemma Alamanni Del Riccio, partito per alleanza Matrimoniale: l’arme si compone di un campo tagliato di argento su azzurro, con una banda che attraversa la parte superiore dello scudo. Il ramo discendente da Piero di Francesco collocò nel vertice dello scudo una colomba d’argento, in atto di volare e circondata da una raggiera dorata, per concessione a lui fatta da Gian Galeazzo Sforza, Duca di Milano nel 1489. Per cresta al cimiero usarono una donna nascente vestita di lorica e coronata di alloro, con una cora anch’essa di alloro nella mano destra. Il Castello è citato nel romanzo “Il dormiveglia”, di Giuseppe Bonaviri; la moglie, Raffaella Osario, era originaria di Marcianise.
Fonte: "risvegliculturali.it"
Fonte immagine: "weather-forecast.com - risvegliculturali.it"

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