Secondo molti autorevoli studiosi, il Castello di Baia sorge sulle rovine del Palazzo Imperiale; ad avvalorare la tesi, ci sono tracce di camminamenti, “opus reticolatum”, ambienti termali e strutture di varia natura, ancora oggi visibili. La fortezza si sviluppa su una superficie di 45 mila metri quadrati e raggiunge l'altezza di circa 94 metri s.l.m. Appare oggi come l'insieme di sovrapposizioni architettoniche realizzate nel corso dei secoli, fra le quali vanno ricordate quelle operate da Don Pedro Alvarez de Toledo, Don Emanuele Fonseca e Ferdinando IV. Domina l'intero Golfo di Pozzuoli e rappresentava, insieme alle fortificazioni del “Borgo Marinaro” di Pozzuoli (Rione Terra) e Nisida, un vero e proprio limite invalicabile per chiunque avesse tentato di sbarcare lungo quelle coste. Le tracce più remote relative alla costruzione del Castello di Baia risalgono al 1490, quando, per ordine di Re Alfonso II d'Aragona, fu costruito, sugli avanzi della villa dei Cesari, una fortezza per difendere la costa flegrea dalle incursioni saracene. Il Castello non fu solo una struttura militare, ma rappresentò anche luogo di incontri politici e mondani. Tra le sue mura furono ospitate moltissime personalità: nel 1506, giungeva in visita Re Ferdinando III detto “il Cattolico”; nel 1576, fu la volta di Giovanni d'Austria che incontrò l'Ambasciatore veneto Girolamo Lippomano per trattare segretamente delicate questioni politiche; nel febbraio del 1582, veniva accolto il Duca d'Ossuna. Il Castello diventa anche centro di studi e ricerche; è per volontà del Viceré Don Pietro d'Aragona che inizia una vasta opera di valorizzazione del termalismo flegreo e di Baia in particolare, riprendendo la tradizione già nota in epoca romana. Il forte fu anche luogo di pena e di esecuzione delle più barbare sentenze di condanna. Si narra infatti che alcuni reclusi, incatenati nelle anguste celle, in pratica veri e propri sepolcri, venivano abbandonati alla loro sorte, tanto che la morte veniva invocata come un vero e proprio sollievo. Con l'Unità d'Italia cambiavano anche le esigenze difensive del Paese; dopo quattro secoli di ininterrotta opera di difesa, con Regio Decreto del 1887, il Castello di Baia non veniva più considerato opera di fortificazione dello Stato.
Fonte: "ulixes.it"
Fonte immagine: "campeggiovulcanosolfatara.it"