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Castello Aragonese

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Descrizione

L'esistenza del “Castrum”, che in origine doveva essere un torrione isolato, è testimoniata da documenti risalenti al 1188 circa, epoca del sovrano normanno Guglielmo II, ma si suppone esistente già nei secoli IX e X. Nel 1193, la fortezza, difesa da Ruggero di Chieti, seppe resistere e scoraggiare definitivamente le offensive dell'esercito combinato di Enrico VI e di Roffredo dell'Isola (Vairanum acriter impugnans in nullo profecit). In epoca angioina, il Castello si trasformò in un “palacium novum”, assumendo una forma quadrilatera con le torri angolari e con tre camere, una grande e due piccole, una casa planaria e una cisterna. Si possono evidenziare alcuni elementi ritenuti canonici dell’architettura militare angioina, che risalgono dunque al 1269 –1271, come la scarpa troncoconica e il redondone, cioè il toro a sezione circolare che, nelle torri, stacca il corpo cilindrico dal basamento scarpato. Bisogna arrivare al XV secolo per constatare variazioni strutturali rilevanti nell’aspetto del borgo. Nel 1437, Vairano fu saccheggiato dall’esercito del Patriarca Vitellesco intervenuto per conto del Papa Eugenio IV nel conflitto tra Renato d’Angiò e Alfonso d’Aragona. Nel 1461, i casali e la fortezza conobbero la furia distruttrice dell'esercito di Marino Marzano che lasciò Vairano, secondo le cronache dell'epoca, “depopulata et dehabitata”. Intorno al 1495, con il Castello danneggiato e con una nuova invasione francese in corso (quella del Re Carlo VIII), il Feudatario Innico II d’Avalos, essendo filo aragonese, non poteva non temere un attacco. Decise perciò di provvedere subito ad un restauro e ad un potenziamento del baluardo fortificato, la cui attuazione gli conferì l’aspetto che, sostanzialmente, ha conservato fino ad oggi. In seguito a tale restauro, furono ulteriormente potenziate e rinsaldate le scarpe delle alte torri con tamburi di fabbrica, i coronamenti delle torri divennero poco sporgenti e si appoggiarono ad eleganti beccatelli tufacei delicatamente modanati, che sopravvivono sulle parti terminali di tre delle quattro torri (solo quella orientale non ne ha più); fu costruita una rampa d’acceso alla fortezza impostata su un bastione cuspidato, con mura merlate alla guelfa, e protetta dalla mole maestosa del mastio; furono aperte nuove feritoie e furono modificate le vecchie per l’utilizzo delle armi da fuoco. Ultime ristrutturazioni sono quelle operate dalla famiglia Mormile, possessori di Vairano dal 1590 all’eversione della feudalità (1806); essi ritoccarono sensibilmente la fortezza privandola, quasi totalmente, della sua valenza militare per restituirla ad un uso specificatamente abitativo. Sono ancora visibili la suddivisione dei piani, le cucine, le carceri e l'antica cisterna. Il borgo è circondato da mura intervallate da 14 torri, con accesso attraverso tre varchi: Porta Oliva, Porta di Mezzo (o Mezzogiorno) e Porta Castello (o Sant'Andrea).
Fonte: "prolocovairanopatenora.it"
Fonte immagine: "comune.vairano-patenora.ce.it"

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