Tra le bianche case ed i caratteristici negozi, spunta all'improvviso la Casa Rossa, che si staglia tra le semplici forme dell'architettura caprese per le sue fantasiose e strane decorazioni, i diversi stili architettonici, l'acceso colore rosso pompeiano delle pareti ed i frammenti marmorei che ne decorano sia gli esterni che gli interni. Costruita tra il 1886 ed il 1899 dall'eccentrico Colonnello americano John Clay MacKowen sul fianco di una torre aragonese della fine del Quattrocento, rappresenta un tipico esempio di casa-museo in stile eclettico, secondo un'estetica in voga alla fine del XIX secolo. Secondo la tradizione, nella torre, riconoscibile per la modanatura in tufo grigio, gli anacapresi chiudevano le donne quando andavano a lavorare all’Arsenale di Napoli. Reduce della Guerra di Secessione, medico, bibliofilo, amante dell'archeologia ed autore della prima monografia su Capri, pubblicata nel 1884, John MacKowen si trasferì a Capri dove visse insieme ad una giovane del posto, Maria Cimino, da cui ebbe una figlia di nome Giulia. Sull'isola non mancò di dare testimonianza della sua indole ricca di contrasti, tanto da meritare il soprannome di “ciacca e mmereca”, in quanto poteva passare in un attimo dall'ira alla generosità. L'ingresso della Casa Rossa, sovrastato dalla scritta in greco “Salve cittadino del paese dell'ozio”, immette nel cortile porticato dove sono incastonati vari frammenti di scavo di Capri e non solo, tra cui la grande statua di sacerdotessa del I secolo. Tra le parti più interessanti del complesso vi è la scala, coperta da un cupolino maiolicato, che riprende gli schemi tipici delle rampe d'accesso esterne delle case capresi, fungendo da elemento di raccordo tra i vari ambienti. La particolare complessità di questi ultimi e la loro disorganicità (colonne classiche, finestre moresche, merlature di tipo orientale, strutture dal sapore medievale) testimoniano come il progetto della Casa non abbia avuto uno sviluppo lineare e sia stato così prolungato nel tempo, tanto da far ipotizzare l'intervento di diversi capi mastri nello sviluppo della costruzione. Le visioni del passato, però, non si limitano all'edificio, ma continuano al suo interno dove, dal 2003, è esposta “L'Isola Dipinta”, la collezione di quadri del XIX secolo di Anacapri; tra questi “La ristoratrice” o il “Matrimonio” del francese Sain, o gli scorci incantati dei fratelli Gonsalvo e Gabriele Carelli. Un tempo ancora più lontano è quello a cui rimandano le quattro statue romane del ninfeo della Grotta Azzurra, ritrovate nella seconda metà del Novecento e testimonianza della presenza dell'Imperatore Tiberio. La Casa si trova a 200 metri da piazza Vittoria, lungo via Giuseppe Orlandi.
Fonte: "capri.net"
Fonte immagine: "yeartripper.com"