Il nome si deve agli Amorini su laminette d'oro (al Museo di Napoli), che ornavano un ambiente: graffiti indicano il proprietario in Poppaeus Habitus, imparentato con Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone. L'edificio (III sec. a.C., risistemato fino al I sec. d.C.) è organizzato sul peristilio con giardino, su cui si aprono gli ambienti. Soggetti mitologici e paesaggi di 'terzo stile' ornano le pareti del salone di rappresentanza: sul pavimento c'è un rosone in mosaico bianco e nero, secondo una moda d'età augustea. Il giardino era decorato da rilievi e sculture in marmo, allusive al mondo naturale e dionisiaco, talora usate come getti di fontana, secondo il gusto, che imita aspetti delle dimore di campagna. Oltre al larario (edicola) in muratura per il culto tradizionale, nel peristilio vi è anche un dipinto raffigurante divinità egiziane: Anubi, con testa di sciacallo, dio dei morti; Arpocrate, dio bambino, figlio di Iside e Osiride; Iside e Serapide, dio guaritore. Accanto vi sono oggetti del culto di Iside custoditi dal sacro cobra (uraeus), in basso i serpenti agathodemoni, numi benefici.
Fonte: "pompeiisites.org"
Fonte immagine: "pompeionline.net"