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Cappella Reale

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Descrizione

Il 21 giugno del 1739, Antonio Medrano aveva presentato al sovrano il progetto per la Cappella Reale, che doveva essere edificata in un cortile di servizio presso le antiche scuderie della villa del Conte di Palena. Il progetto non fu mai realizzato in quanto il Canevari, che sostituì il Medrano, vi fece costruire il Teatro di Corte. Carlo di Borbone, sovrano di provata fede cristiana, resosi conto dell'assenza di un luogo di culto nella sua residenza porticese, ordinò che il Teatro fosse nuovamente trasformato in Cappella. Consacrata nel 1749, fu dedicata all'Immacolata Concezione, protettrice della Spagna, terra d'origine di Carlo. Di rilievo il portale, seppure in uno spazio angusto sotto il portico del Palazzo Reale, che sottolinea in forma monumentale l'ingresso alla Cappella. L'elemento artisticamente più rilevante è rappresentato dalle “Fame” (angeli) che, con la mano sinistra, reggono una tromba, quasi a voler chiamare i fedeli alle sacre funzioni. Le due Fame furono eseguite dallo scultore bolognese Agostino Corsini, il cui intervento nella Cappella è ampiamente documentato a partire dal 1756. All'interno, la Cappella risente, nell'impostazione spaziale, dell'originaria destinazione a Teatro. Essa risulta dalla fusione di uno spazio ottagonale e di uno rettangolare destinati ad ospitare, rispettivamente, gli spettatori e il palcoscenico. Nei lati dell'ottagono, disposti lungo l'asse trasversale, vi sono i due altari minori, con due dipinti ad olio che rappresentano “L'estasi di Sant’Antonio di Padova”, a destra, e “La morte di San Francesco Saverio”, a sinistra. Negli altri quattro lati dell'ottagono, in nicchie di marmo rosso, sono situate quattro statue di marmo bianco che raffigurano, rispettivamente a sinistra e a destra dell'ingresso, “San Carlo” e “Santa Amalia”, protettori dei regnanti mentre, ai lati del presbiterio, sono poste “Santa Rosalia”, Patrona di Palermo (a destra) e “San Gennaro”, Patrono di Napoli (a sinistra). Queste ultime due sculture rappresentano un chiaro riferimento alle due città più importanti del Regno borbonico. Il presbiterio, a cui si accede attraverso pochi scalini, costituiva l'antico palcoscenico a tre quinte, come testimonia la presenza dei palchetti laterali, destinati alla corte. Sull'altare maggiore troneggia la complessa architettura del baldacchino, realizzata con pilastri e colonne di marmo africano, terminanti con capitelli dorati che sorreggono un'articolata trabeazione. A centro del baldacchino trova posto la statua in bronzo dorato dell'Immacolata Concezione, realizzata nel 1756. Sul timpano sono posti tre angeli dorati, opera dello scultore Agostino Corsini, che eseguì anche le coppie di puttini danzanti, situati sulle cornici in marmo rosso delle due porte laterali. Ai lati dell'altare maggiore vi sono due pregevoli candelabri in bronzo, eseguiti probabilmente su disegno del Vanvitelli, al quale erano stati richiesti personalmente dalla Regina Maria Amalia.
Fonte: "comune.portici.na.it"
Fonte immagine: "rete.comuni-italiani.it"

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