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Calvario

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Descrizione

L’altura del Calvario è stato oggetto di scavi archeologici, iniziati poco dopo il 1970, con lo scopo di ritrovare i resti dell’antico borgo. Le trincee di scavo dimostrarono subito la presenza di un nucleo abitato e, accanto ad esso, di una necropoli arcaica, e fu quindi sulla collina che si svolsero i lavori di esplorazione, per diversi anni, dopo quelli iniziati nella contrada Vignale e che permisero qui di trovare 24 corredi tombali che testimoniavano il lungo periodo d’uso, dagli inizi del IX secolo a.C. fino alla prima metà del VI a.C. Lo scavo sull’altura del Calvario permise, invece, di riportare alla luce 6 corredi tombali e parte di altri 2 corredi, scomposti dai lavori di aratura e dall’intervento di successive deposizioni. Si tratta di tombe del tipo a fossa, di forma più o meno rettangolare, strette ed assai allungate, in cui il cadavere era sempre deposto supino; presentavano tutte una copertura di pietra e di ciottoli di fiume: talora, una ghiera di pietre e ciottoli rivestiva anche le pareti interne della fossa. Le suppellettili del corredo erano generalmente disposte lungo gli arti inferiori e ai piedi dello scheletro. Interessante è l’abitato del VI secolo a.C., che risulta costituito da un complesso di strutture in ciottoli sferoidali, messi in opera a secco con sovrapposte pareti alzate in mattoni crudi. Gli edifici definiscono un’area identificata quale luogo di incontro dei ceti dominanti ed a cui è annessa una zona con ambienti adibiti a magazzini, in quanto dotati di grosse giare (“pithoi”) infisse nel terreno, per la conservazione delle derrate. Nel V secolo a.C., il nucleo abitato viene improvvisamente abbandonato ed in un suo settore, fra il IV ed il III secolo a.C., viene impiantato un piccolo insediamento lucano. Altre sepolture dell’Età del Ferro provengono dalla località Cannelicchio, dove ceramiche ed oggetti metallici sono riferibili alla Cultura delle tombe a fossa. In Età Romana, il sito faceva parte del territorio della città di Compsa e reperti vari, del periodo compreso fra il I secolo a.C. ed il VI d.C., sono stati rinvenuti nelle località Ischia della Corte, Rasole, nei pressi della stazione ferroviaria e lungo il fondovalle ofantino. La maggior parte dei reperti ritrovati sono custoditi nel Museo di Pontecagnano (Salerno). Il Calvario è anche l’ultima stazione della Via Crucis, che da diversi decenni è tanto sentita e curata dalla popolazione di Cairano. La processione parte dalla Chiesa Madre, con gli uomini ad aprire ed a portare sul capo una corona di spine. Alcuni di loro conducono la statua del Cristo Morto ed altri seguono con una croce sulla spalla. Seguono le bambine, tutte vestite di bianco, con la vita cinta da un nastro nero in segno di lutto e con una corona di spine sulla testa. Portano una culla, ricoperta di pizzi e merletti, ornata di fiori e nastri, sulla quale viene adagiato il Crocifisso. Dietro la culla segue la statua della Madonna Addolorata, accompagnata dalle ragazze nubili vestite di nero, con uno scialle di filo ricamato appoggiato sulla testa. Dietro le statue tutti gli altri fedeli, a pregare e cantare il Signore.
Fonte: "comune.cairano.av.it – cairanoproloco.it"
Fonte: "cairanoproloco.it"

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