Calata San Francesco è uno dei più antichi percorsi che nei secoli scorsi collegavano la collina del Vomero con il centro di Napoli, le cosiddette “salite”; infatti, in passato, essa si chiamava “Salita Vomero”. Una via in pendenza è contemporaneamente una salita e una discesa; la distinzione fra le vie in pendenza che veniva fatta nell'Ottocento era questa: “Le vie erte son dette salite se menano verso l’esterno della città, calate se conducono alla vecchia città; gradoni se hanno scaglioni; rampe se hanno più branche”. Nella pianta topografica di Napoli del Duca di Noja del 1775, questa Calata la troviamo indicata come “via che descende a Chiaja”, ed in realtà, partendo da un punto di via Belvedere posto fra la Chiesa di Santa Maria della Libera e Villa Belvedere, scende fra le case fino alla Riviera di Chiaia. È denominata “Discesa Tasso” fra via Aniello Falcone e via Tasso, e successivamente Arco Mirelli. In questo tratto, due targhe ancora visibili ricordano che essa in passato era denominata “Salita Vomero”, perché menava al “Villaggio Vomero” e inoltre che nell’Ottocento il Vomero e l’Arenella facevano parte della Sezione Avvocata. Secondo alcuni, la denominazione San Francesco deriva dalla presenza, nella parte bassa del percorso, della chiesa e annesso convento di San Francesco, fondato da Leonardo Scarioni agli inizi del 1700. Secondo altri deriva dalla presenza, nella sua parte alta, di un complesso religioso dedicato a San Francesco di Paola, costruito nel 1585 e diventato, dopo vari passaggi, l'attuale Villa Giordano, che nel Seicento era di proprietà dei Duchaliot. Fino al 1926, la Calata segnava la fine di via Aniello Falcone, che prima di essere collegata in quell'anno con via Tasso, terminava, appunto, all’incrocio con la Calata. In passato, la discesa veniva chiamata anche “L’Imbrecciata”, perché consisteva in una scomoda gradinata. Oggi, solo il tratto da via Belvedere a via Falcone è carrozzabile. Nonostante le manomissioni arbitrarie perpetrate soprattutto nel secondo Novecento, Calata San Francesco conserva ancora una sua atmosfera d'altri tempi e alcune residue testimonianze storiche (l'abitazione della stella canora Shottler, l’abitazione del pittore Guido Casciaro, Villa Bifani ed altre ville). Alla parte superiore del percorso si accede da via Belvedere (Metropolitana linea 1 - Quattro Giornate), mentre all’estremità inferiore si può accedere da via Crispi (Metropolitana linea 2 - Piazza Amedeo, oppure omonima fermata della Funicolare di Chiaia).
Fonte: "quicampania.it"
Fonte immagine: "it.geosnews.com"