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Bosco Zampaglione

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Descrizione

Il Bosco Zampaglione, conosciuto anche come Bosco di Castiglione, è una splendida area naturale e Sito di Interesse Comunitario. Al di là della tipica conformazione appenninica del territorio, il Bosco di Zampaglione si caratterizza per i numerosi tipi di habitat anche dal punto di vista biologico e vegetativo. Esso poggia su terreni quasi esclusivamente argillosi, sotto ai quali affiora qualche tratto calcareo più antico e qualche relitto della formazione gessoso-solfifera del periodo del Miocene, ricca di scisti bituminosi (che in passato, ad esempio, hanno fatto in modo da conferire alla città di Aquilonia il nome tipico di “Carbonara”). Gli Zampaglione - la famiglia che nel corso dei secoli ha avuto sotto la sua egida la maggior parte del territorio in oggetto - vi costituì un'azienda silvo-pastorale e gestì la fauna selvatica con scopi venatori, costituendo una grande riserva di caccia, estesa per oltre 800 ettari. Al centro di questo territorio era stata creata una riserva recintata in cui non era consentito cacciare, in modo da permettere al suo interno la migliore riproduzione di tutte le specie presenti sul territorio. Grazie al rispetto usato alla Natura locale, questi boschi di cerri e roverelle, protetti dai freddi venti settentrionali, producevano enormi quantità di ghiande, in grado di nutrire branchi di cinghiali molto numerosi; sostenevano il sottobosco e la cotica erbosa, ricchi di essenze vegetali eduli, che soddisfacevano le esigenze dei caprioli; facevano in modo da rendere abbondanti le lepri nelle radure e nei pascoli. Attualmente (2016), la fauna è ancora molto ricca e comprende, tra le altre specie: cinghiali, lupi, lepri, volpi, faine, tassi, quaglie, beccacce, fagiani, falchi, gru, aironi, martin pescatori, picchi, albanelle, pettirossi, poiane, salamandre, tritoni, barbi, arborelle. Dal punto di vista floristico/forestale, la vegetazione è quella tipica degli Appennini. In particolare il cerro, la quercia ed il castagno sono le specie di piante più diffuse. Il patrimonio naturalistico riguarda anche molte piante spontanee eduli: oltre alla conosciutissima cicoria comune (Cichorium intybus) che rinverdisce dopo la prima pioggia agostana, si possono raccogliere i germogli di borragine (Borrago officinalis) per gustose insalate, la rapa selvatica (Brassica rapa sylvestris), la piantaggine (Plantago minor) e i turioni di asparago selvatico, che costituiscono un'autentica leccornia ed un’attrazione per la zona.
Fonte: "sinergiebisaccia.it"
Fonte immagine: "viaggioinirpinia.it"

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