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Basilica Santuario Madonna della Neve

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Descrizione

La Basilica Santuario di Santa Maria della Neve risale al XIII secolo.  Si suppone che, all’origine, la Chiesa fosse una cappella rurale, che si sarebbe trasformata e ampliata negli anni, soddisfacendo così le esigenze degli abitanti del borgo. La nascita della Basilica viene fatta pertanto risalire alla fusione dei due villaggi, denominati “Ponticello grande” e “Ponticello piccolo”, sotto il nome di Ponticelli, come risulta dalla numerazione dei Villaggi di Napoli del 1497. In questa occasione, l’aumentato numero degli abitanti rese necessario la costruzione di una Chiesa più vasta. Questa, dedicata a Santa Maria della Neve, come si evince dalla Bolla di Leone X del 22 maggio 1520, nel 1543 è esplicitamente definita “parrocchiale”. Dalla relazione dell’Arcivescovo di Napoli Annibale Di Capua, fatta in Ponticelli il 25 Novembre 1584, si viene a conoscenza che la Chiesa era costituita da una navata principale e da una minore laterale. Tra il 1584 e il 1608, l’edificio sacro si amplia, con la costruzione di un’ulteriore navata minore posta alla destra dell’altare maggiore. Il Santuario rimase a due navate fino al 1746, epoca in cui si constatò che lo spazio esistente non era più sufficiente a contenere l’aumentato numero di fedeli. Pertanto, i Governatori della Chiesa dettero incarico all’Ingegnere D. Martino Bonocore di redigere il progetto di ampliamento, che prevedeva la costruzione di numerose cappelle, con rispettivi altari sulla parete sinistra dell’ingresso principale alla navata e di una nuova abside dell’altare maggiore, con ampliamento di 21 palmi dell’impianto della preesistente fabbrica. I successivi radicali lavori risalgono al 1869, sotto il coordinamento dell’Architetto Filippo Botta, che diede alla Chiesa il suo attuale aspetto volumetrico, rivestendola di stucchi neoclassici. Il 27 luglio1988, il Santuario fu elevato a Basilica Pontificia. La facciata, quindi, di stile neoclassico, risulta divisa in tre zone: quella centrale, costituita da due colonne in muratura che sorreggono un timpano decorato con mensolette; due laterali, più basse rispetto alla precedente. La facciata presenta tre ingressi, in corrispondenza delle tre navate, tutti con porte con stipiti di piperno e rivestiti di lamiera alla quale, sul portone centrale, sono sovrapposte decorazioni in metallo. Le entrate laterali sono sormontate da una finestra semicircolare, mentre quella principale presenta una cimasa, con due volute e un piccolo rosone. Il campanile, che si erige sul fianco della facciata, fu ricostruito tra il 1867 e il 1872, su progetto dell’Architetto Filippo Botta; il precedente crollò nel 1860, a causa delle forti oscillazioni provocate dalle due campane che sosteneva. La struttura è ricoperta da intonaco, con elementi decorativi in stucco. La parte inferiore ha una base quadrata, mentre quella superiore presenta una forma ottagonale, che termina con una cuspide decorata da riggiole gialle e verdi. L’interno della Chiesa è diviso in tre navate da pilastri che determinano cinque varchi per lato, di cui uno architravato, all’inizio della navata, più piccolo e stretto rispetto agli altri, sormontati da archi. La navata centrale è lunga 22,50 metri e larga 9,30 metri e si sviluppa longitudinalmente con pilastri sormontati da archi. Al di sopra di tale trabeazione, si imposta una volta a botte decorata a riquadri, con rosoni interni in stucco, caratteristici elementi decorativi d’ispirazione neoclassica. La copertura della navata è costituita da volta a botte e da sovrastante tetto su capriate lignee. Le due navate laterali, larghe 3,40 metri, sono coperte da cupolette leggermente ellittiche, in struttura muraria estradossate e sorrette da archi che insistono sui pilastri che dividono la navata principale da quelle laterali, da archi trasversali e da quelli d’ingresso alle cappelle. L’armonia formale d’insieme è ottenuta attraverso elementi decorativi in stucco a rilievo come fasce, cornici e stelle al centro dell’intradosso delle cupolette. Il presbiterio, rialzato rispetto alla navata centrale, è sormontato da una cupola di 5,60 metri di diametro, sulla quale sono posti quattro finestroni ovali. L’intradosso è decorato con opere di Carmine Adamo, realizzate nel 1969: “L’Annunciazione”, “La Natività”, “Le Nozze di Cana” e “La Discesa dello Spirito Santo”. Nei pennacchi si trovano dipinti a tempera di Luigi Franciosa e, in sostituzione degli Evangelisti di Luigi Tammaro andati perduti, ne sono stati dipinti degli altri nel 1946; nella conca, invece, sono dipinti degli angeli, opera di Luigi Tammaro, Luigi Franciosa e Carmine Adamo. Al centro è l’altare maggiore, costruito durante i lavori di restauro dopo la Seconda Guerra Mondiale, utilizzando i marmi di quello precedente, risalente al 1733. Sempre nella zona absidale, è possibile ammirare il “Trono della Madonna della Neve”, in stucco liscio, con colonnine in marmo, fregi e frontone con varie decorazioni. Fu progettato dall’Architetto Filippo Botta nel 1870, che sostituì la precedente nicchia costruita tra il 1743 e il 1759. Restaurato nel 1968, per permettere all’altare di essere rivolto verso il popolo fu leggermente spostato in avanti. Il basamento è in buona parte realizzato con gli elementi marmorei dell’antico altare maggiore. Presso il terzo pilastro di sinistra è collocato il pulpito, inaugurato nel 1914, realizzato in marmo bianco e colorato da Mossuti e Martucci, su progetto dell’Architetto Filomeno Botta. L’accesso è possibile attraverso una scaletta ricavata all’interno del pilastro. La struttura è sostenuta da alcune colonnine in granito scuro, con basi e capitelli bianchi, che si concludono con otto mensole, anch’esse in marmo decorato a foglie. Presenta delle sculture che raffigurano “San Pietro”, “San Paolo” e “Gesù”, mentre quelle dei “Quattro Evangelisti” sono realizzate in bronzo. Il pulpito, inoltre, è sormontato da un baldacchino. All’ingresso, sorretta da alcune colonne, si trova la cantoria, con parapetto e pavimento in legno, in cui è conservato il grande organo costruito nel 1870 dal maestro Marcellino Abbate, di Airola. Il funzionamento è a sistema tubolare, con mantici ad aria alternati, azionato da due tastiere e da una pedaliera. La struttura è racchiusa in una mostra in legno intagliato settecentesco, che presenta coronamenti, festoni e angeli, opera dell’Architetto Filippo Botta, dell’intagliatore Gabriele Matania e dello scultore Pasquale Carbone. Presso i primi pilastri della Basilica vi sono delle acquasantiere del 1700, in marmo ed a forma di conchiglia. La bella statua della Madonna è in legno dorato del 1500, eseguita dalla scuola di Giovanni da Nola, se non proprio opera dello stesso Giovanni. L’attuale bellezza della statua è frutto di un’attenta osservazione dell’Architetto Botta, che aveva notato un singolare contrasto tra il viso e il velo delicatamente eseguiti e la rozzezza del corpo. La statua fu sottoposta al vaglio dello scultore Francesco Sivo, il quale si accorse che era stata coperta da sovrapposizioni di gesso. Quindi le tolse la rivestitura, facendo venire alla luce l’originaria bellezza.
Fonte: "guidaaponticelli.wordpress.com"
Fonte immagine: "guidaaponticelli.wordpress.com - lucelight.it"

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