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Basilica Pontificia Santa Croce

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Descrizione

Deve il suo nome alla forte devozione dei torresi per il rito della “Invenzione della Croce”, ossia del ritrovamento della Croce da parte di Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, nell’anno 326. La sua è una storia antica che pare abbia avuto inizio nel 1400: “Forse, negli ultimi anni del 1400 e i primi del 1500, venne costruita una Chiesa in onore dell’Invenzione della Santa Croce di Gesù, con il denaro della cittadinanza”. Tuttavia, il più antico documento accertato che fa menzione della Basilica è la bolla del Papa Leone X, dell’anno 1517, in seguito alla richiesta dei cittadini torresi che volevano fosse costruita la loro Chiesa. Nel 1687, Carlo Maria Carafa della Roccella donò alla cittadina una reliquia del Sacro legno della Croce, forse proprio perché consapevole della devozione dei torresi, ed anche perché, scrive Francesco Balzano: “per le molte dimostrazioni di affetto, accolte da lui con animo grato”. Da alcuni documenti e relazioni, si apprende che tale Chiesa era “...di magnifica struttura, situata con tre porte d’ingresso, in un largo davanti alla pubblica Via Regia, con la facciata rivolta al mare”; alla sinistra di chi entrava c’era il campanile, lavorato in pietre di piperno e fabbrica rossa. L’interno, descrittoci dal Balzano nel 1688, era a crociera, la navata centrale presentava cinque arcate con un bellissimo soffitto, una cupola, l’altare maggiore, un organo assai grande; nel transetto era situata la cappella del Crocifisso e l’immagine dell’Immacolata, nelle navate laterali altre diverse cappelle di Santi. Nel ‘700, insigni artisti come il Giordano, il De Mura e il Sabatino decorarono le pareti della Basilica, che purtroppo fu distrutta dalla violenta eruzione del Vesuvio del 1794; rimase in piedi, sommerso in parte dalla lava, il solo campanile, originariamente a tre ordini. Nel 1795, i cittadini torresi chiesero al Cardinale Capece Zurlo di poter riedificare la Chiesa e, in attesa dell’autorizzazione, fu designata come Parrocchia la Chiesa del Carmine, che non aveva subito danni dalla tremenda eruzione. In seguito, fu ricostruita una piccola cappella provvisoria al posto dove oggi è la sagrestìa di Santa Croce, ma il primo gennaio del 1796, preceduto da una Croce, partì dalla Chiesa del Carmine un corteo che si recò sul luogo del tempio distrutto e fu dato il via alla sua riedificazione. Il nuovo edificio sacro fu ultimato nel 1824, mentre la nuova cupola fu terminata nel 1836 e nel 1838 iniziarono i lavori per le decorazioni scultoree, tra le quali quella di “San Gennaro”, Patrono di Torre del Greco e di “Sant’Elena”, Protettrice della Santa Croce. Ricostruita in stile neoclassico, venne mantenuta l’impostazione della facciata rivolta verso il mare. L’ampio interno è a croce latina, con tre navate: quella centrale ha cinque arcate poggianti su grossi pilastri; nella navata sinistra si trovano il fonte battesimale e quattro cappelle, con gli altari dedicati ai Santi Francesco, Paola, Giuseppe, Madonna della Speranza, Madonna del Rosario, mentre il transetto presenta l’altare del Sacro Cuore e la cappella del Crocifisso; nella navata destra c’è l’ingresso alla sacrestìa, oltre ad altre cappelle dedicate a diversi Santi. La cappella di San Francesco conserva l’urna con le spoglie del Beato Vincenzo Romano, Parroco della Chiesa dal 1832 al 1853 e promotore della sua ricostruzione. Con il passare degli anni, la Basilica è stata abbellita con diverse opere: ai pilastri, ad esempio, sono affisse sedici tele raffiguranti la “Via Crucis”, del pittore locale Giuseppe Ciavolino. Camminando nell’invaso, sono visibili numerose statue lignee di Santi, di pregevole qualità. Degno di nota e simbolo della violenza dell’eruzione è il campanile, che per un terzo è inglobato nella colata lavica; questo spiega la sua altezza assai più bassa rispetto al normale. Santa Croce è stata l’unica Parrocchia cittadina fino al 1929, ed ancora oggi viene chiamata dai torresi “La Parrocchia”. L’annesso Museo, costituito nel 1982 ed ospitato in una sala della sacrestìa, conserva pregevoli arredi e paramenti sacri oltre ad un fornito Archivio Storico.
Fonte: "prolocotorregreco.it"
Fonte immagine: "icsdenicolasasso.gov.it"

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