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Basilica di San Severo Fuori le Mura

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Descrizione

Questo Santo Vescovo (di Napoli, tra il 364 ed il 414 d.C.), sul principio del V secolo, costruì sotto la roccia della collina di Capodimonte il suo sepolcro. La sua tomba divenne fonte di prodigi e la cripta tosto fu mutata in Chiesa, e i Napoletani per desiderio di seppellirsi presso il loro pastore formarono quivi un altro cimitero, che si disse la catacomba di San Severo (sotto sotto il pavimento dell’unica navata). Ma quando il corpo del Santo, prima del secolo IX, fu solennemente trasportato in città nella chiesa di San Giorgio, scemò il culto all'antica cripta “extra moenia”, e la catacomba restò ad uso di cimitero con l'adiacente edicola cavata nel monte. Finché, nel 1573, l'Arcivescovo Mario Carafa la cedette ai Conventuali, che vi fabbricarono dappresso il Monastero, e nel 1681 rifecero la Chiesa con disegno di Dionisio Lazzaro. Sul maggiore altare è un quadro di molto pregio, di ignoto autore, (oggi attribuito a Teodoro D'Errico) che ad imitazione dello stile de “lo Zingaro”, rappresenta la Vergine con i Santi Severo, Ludovico, Antonio e Francesco d'Assisi. Nelle cappelle sono quadri di qualche merito. La facciata è scandita da un doppio ordine di lesene corinzie e sottolineata dalla doppia cromatura rosso mattone al basamento e membrature di color giallo tufo al secondo ordine, che raggiungono un timpano curvilineo al primo livello, mentre due cornici ad arco stanno ai lati del portale d’ingresso. Al secondo livello, un finestrone rettangolare conclude il fuoco spiccato dall’alta cupola, impostata con tamburo su quattro pennacchi sferici, ed infine una lanterna cilindrica sta all’apice. Ed è proprio la cupola di questa Chiesa che determina la dilatazione verticale, soprattutto luminosa, dell’area presbiterale all’incrocio col transetto, al suo interno, in una considerazione degli spazi storica e suggestiva, resa ampiamente famosa per le cappelle laterali basse e cieche, che accompagnano il corso della navata sotto profonde arcate e la grande volta a botte lunettata.
Fonte: "comune.napoli.it - storiacity.it"
Fonte immagine: "panoramio.com"

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