La prima notizia sulla Basilica di San Mauro risale al 1092. A quell’epoca, doveva trattarsi di una semplice cappella di campagna. Molto probabilmente, il culto fu introdotto dai Monaci del Monastero napoletano di San Gregorio Armeno, che possedeva numerose masserie nella zona. Con lo sviluppo del casale, nel 1429 fu istituita ufficialmente la Parrocchia, sotto il patronato dell’Università (il Comune dell’epoca) e dei notabili del luogo. Ai primi del Seicento, fu avviata la fabbrica della nuova Chiesa, grandiosa struttura in stile barocco conclusa nel 1621 e completata nei decenni successivi con pregevolissime opere d’arte. Le notizie essenziali relative alla sua edificazione si leggono chiaramente nella lapide marmorea situata all'interno della Chiesa, sopra l'architrave della porta principale. Il testo, tradotto in lingua italiana dice: "O viandante, l'Università e gli abitanti del luogo o, a meglio dire, quelli che vengono chiamati “particulares” (cioè i notabili) del contado di Casoria, edificarono dalle fondamenta la Chiesa Parrocchiale che vedi consacrata a San Mauro Abate, radicalmente rinnovata nell'antico aspetto, fornita ed ornata di cupola, di atrio, di giardini, di cisterne, di pozzo, di campanile e campane nonché di molte preziose suppellettili pertinenti al culto e alla cura delle anime. Essa è stata, inoltre, arricchita di sacre reliquie, precisamente di due ossa riconosciute da un'antica tradizione come appartenenti al capo dello stesso San Mauro e custodite nella statua di argento recentemente costruita. L'Università e i “particulares” affermano di godere del diritto di patronato nella scelta, nella nomina e nella presentazione del Parroco curato (ogni qualvolta si verifichi un caso di vacanza) e di trovarsi in questa condizione giuridica di possesso, ufficialmente riconosciuta, dall'anno 1429, come si evince chiaramente dall'atto giuridico-istitutivo custodito nella Curia Arcivescovile di Napoli. I “particulares” affermano, inoltre, di avere arredato alcune cappelle e sepolcri sui quali le loro famiglie esercitano il diritto di patronato. L'Università di Casoria possiede anche, con ufficiale riconoscimento, un mulino con centodieci moggia di terreno nelle paludi del contado di Ponticelli, da tempo immemorabile. Questo contado l'Università lo riscattò a proprie spese dall'Eccellentissimo Conte de Monte Rey, in quel tempo Viceré di questo regno, nell'anno 1631”. La pianta dell'edificio di culto è a croce latina ed ha un’unica navata, con cinque cappelle per ciascun lato che conservano interessanti opere di Pietro di Martino, detto Forlì, come la superba pala lignea della Madonna di Monserrato, del 1590. È da ammirare l’organo a canne costruito dall’Università di Casoria nel 1760, recentemente restaurato; la parte strumentale, composta di 753 canne, è alloggiata in una struttura lignea che termina con timpano curvo e stemma della città e raggiunge la trabeazione del primo piano della navata centrale. Altra notevole opera è il soffitto a cassettoni, decorato in oro zecchino, eseguito sotto la direzione di San Francesco de Girolamo nel XVII secolo, motivo per cui la Chiesa è stata dichiarata monumento nazionale. Ancora: l’artistico battistero marmoreo, di stile barocco e composto di marmi preziosi, fatto realizzare dal preposito Nemedio Rossi nel 1874; il pulpito marmoreo, posto a sinistra della navata, opera del 1700 ricavata da un blocco di marmo scolpito ed intarsiato con marmi policromi da autore ignoto, sormontato da un baldacchino in legno dipinto in finto marmo. Tra le cappelle, la maggiore è quella del Santo Patrono, che conserva anche il monumento funerario del Cardinale Luigi Maglione, Segretario di Stato di Papa Pio XII; la parete di destra è arredata da una tela ad olio di Angelo Mozzillo, raffigurante “Anna con la Madonna bambina ed i Santi Mauro e Filippo Neri”. Nel Giubileo dell'anno 2000 fu inaugurata, il 10 gennaio, l'ultima opera artistica in ordine di tempo, detta la “Porta del Giubileo” e consistente in un monumentale portale di bronzo, istoriato con scene di vita di San Mauro.
Fonte: "parrocchiasanmauro.it"
Fonte immagine: "mapio.net - casoriadue.it"