La parte Sud-Est del paese è delimitata dal fiume Fredane che attraversa il vallone detto delle Conche. La ricchezza d'acqua del territorio ha determinato la costruzione di alcuni mulini i cui resti sono ancora visibili: Mulino Conche (in foto), Mulino Isca, Mulino Fontanelle, Mulino di Sotto le Coste. Si tratta di quattro mulini ad asse verticale e a ruota orizzontale; in alcuni casi (mulino Conche), venivano alimentati dalla raccolta di acque che sorgevano molto più a monte (Contrada Taverna). L'acqua veniva raccolta in un bacino che attraverso le paratie defluiva in un canale e di qui veniva riversata in un pozzo detto torrione. Il pozzo aveva forma ogivale, cioè ad imbuto, in modo da far fuoriuscire l'acqua con maggiore pressione e quindi forza per la rotazione delle pale. Nel locale macina si trovava un basamento in pietra su cui poggiava la mola fissa detta dormiente, al di sopra della quale si trovava la mola detta corridoia. I mulini del Fredane testimoniano, in continuità con le machinae da torchiatura alla greca rinvenute nella villa rustica di Contrada Cisterne, la vocazione prevalentemente agricola del luogo. Il toponimo "maina" deriverebbe infatti dalle machinae per la molitura e la spremitura, di cui è stato rinvenuto un esemplare integro di epoca romana. Villa machina, dunque, e di qui Villa Mayna (come è attestato nei documenti medievali), poi Villamaina.
Fonte: "comunevillamaina.gov.it"
Fonte immagine: "matrimonio.com"