L'Antica Taverna di Villamaina è collocata in un punto strategico lungo l'antica via Domizia (poi Neapolitana). Funzionalmente, le taverne medievali sostituiscono le stationes e le mansiones romane, disposte a distanza regolare lungo le principali strade. Di origine medievale, la struttura del fabbricato ha subito numerosi rifacimenti, a causa dei frequenti terremoti che si sono verificati nella zona. La struttura definitiva, di recente restaurata, fu edificata con ogni probabilità tra il XVI ed il XVIII secolo su preesistenze medievali. Nel Medioevo, la Taverna aveva una funzione molteplice: era un luogo di sosta per i forestieri (mercanti e viaggiatori), era un punto di vendita al minuto, era una cantina ed era un punto di incontro e di aggregazione. Questi locali venivano gestiti in genere da un addetto (tabernarius), e spesso venivano contrassegnati da insegne, oppure con frasche (frascas o ramas). L'esposizione sull’ingresso di una frasca, generalmente di quercia o d'olivo, segnalava la disponibilità di cibo e di vino, soprattutto novello nel periodo di novembre e dicembre. Quando le scorte di viveri erano esaurite, il tabernarius "toglieva la frasca"; ancora oggi nel dialetto paesano vige il detto “levà la frasca”, che si usa per invitare un commensale a consumare le ultime pietanze rimaste sulla tavola. Un altro oggetto usato per segnalare la disponibilità di vino era lo spaerum, una specie di brocca tondeggiante messa fuori dalla porta del locale. Oltre al vino, nelle taverne medievali si servivano pasti caldi, minestre di legumi, pizze, pane caldo (all'interno della fabbrica è stato rinvenuto un forno), carne (soprattutto insaccati), ecc. Nella struttura della Taverna erano presenti ampi spazi per il ricovero degli animali da soma e ci dovevano essere anche dei magazzini per lo stoccaggio di fieno e delle merci in transito. All'interno dell’edificio, nel corso dell’ultimo restauro, è stata rinvenuta una lapide con l'incisione di due lettere: MV. Una tesi indica una maestranza locale appartenente ad una famiglia (Mastrominico) che nel corso del Settecento lavorò per il riconsolidamento della struttura a seguito dell'ennesimo terremoto. Un'altra ipotesi suggerisce una data (1005 d.C.) incisa su una pietra di reimpiego o di una indicazione miliare.
Fonte: "comunevillamaina.gov.it"
Fonte immagine: "trionfodisapori.it"