“Abella” romana era situata nella zona di San Pietro e aveva sei porte: Porta Casale, verso Tufino; Porta di Corte, nel territorio di Sperone; Porta Ventura, nei pressi di via Carmignano; Porta di Ponte, verso Est; Porta Riva, nella zona di San Pietro; Porta Castello, nei paraggi delle chiesa di San Giovanni. La disposizione urbanistica di “Abella” romana si può intuire dalla disposizione delle strade dell'attuale centro storico della moderna Avella che, purtroppo, è stata costruita in gran parte sulla città antica. Vi era un asse principale orientato da Est a Ovest, detto “Decumanus Major”, affiancato da due strade parallele secondarie (decumani minori). Dall'asse principale si dipartivano i cardini, disposti trasversalmente ai primi e in numero variabile. Questa particolare disposizione, detta “a scacchiera ippodomea”, deriva dal modo in cui l'augure (l'indovino degli dei) delimitava il “Templum celeste”. Corso Vittorio Emanuele andrebbe a corrispondere al decumano maggiore. I “cardines”, partendo da piazza Municipio, sarebbero: sulla sinistra via Roma, viale San Giovanni, via Santa Croce, via Foro Avellano, via Molino; sulla destra via Carmignano, via Cardinale d'Avanzo, via A. Buongiovanni, via San Nicola e via Cancelli. Probabilmente, le necropoli erano poste fuori la città (località San Nazzaro e San Paolino). L'Anfiteatro Romano fu portato alla luce nel 1976, in località San Pietro. Ha un diametro massimo di 90 metri; per grandezza e periodo di costruzione, può paragonarsi a quello di Pompei. È tra i più antichi della Campania, costruito tra il I secolo a.C. ed il II secolo d.C., in seguito alla guerra sociale e il successivo insediamento di una colonia da parte di Silla. Realizzato in “opus reticulatum” di tufo, ha forma ellittica e a doppia arcata. Aveva una cavea con tre ordini di gradinate: “ima”, “media” e “summa cavea”, di quest'ultima rimane solo qualche traccia. Contrariamente ad altri anfiteatri più recenti, non presenta sotterranei o cunicoli. Inoltre, l'asse maggiore si presenta traslato rispetto allo schema urbano con cui si sviluppò la città di “Abella”. In parte è appoggiato alle mura perimetrali dell'antica città, e in parte ad un pendìo naturale. L'Anfiteatro presenta dei piccoli tempietti destinati ad Ercole, davanti ai quali si soffermavano a pregare i gladiatori prima dell'inizio dei combattimenti. All'arena si accedeva attraverso due porte principali: “Porta Triumphalis”, orientata in direzione della città; dal lato opposto “Porta Libitinensis”, dalla quale venivano portati via i gladiatori morti in combattimento. La porta ad Ovest, più piccola, era probabilmente riservata ai giudici di gara; di fronte ad essa vi è una nicchia riservata alla Nemesi, divinità a cui si affidavano i gladiatori. All'interno dell’Anfiteatro avvenivano, oltre agli spettacoli normali, sia venazioni sia anche naumachie, ottenute deviando tramite alcune condotte le acque del fiume Clanio, che scorreva non molto lontano dal sito della struttura. Quest’ultima era sicuramente accessibile nel periodo medievale, poiché all'interno del perimetro della sua arena sono state ritrovate alcune tombe risalenti a tale epoca. Le pietre di tufo che costituivano le gradinate, nei tempi passati, sono state sicuramente asportate ed utilizzate per altre costruzioni, anche alcune colonne che presumibilmente sono state utilizzate per costruire il chiostro dell'antico Convento Francescano.
Fonte: "bellezzemandamentali.jimdo.com"
Fonte immagine: "clanioinarte.it"