A una trentina di metri di altezza dal livello del mare, in prossimità della Punta di Recommone si erge la Torre omonima (1567). Attualmente (2017) è abbastanza mal ridotta, non solo per incuria, ma anche perché fu in parte costruita in arenaria, molto meno resistente del calcare. Su carte e testi antichi viene detta anche Torre Ricomune o Torre Recomoni. Dal mare, prima di arrivare alla Punta di Recommone, la costa forma una insenatura appena accennata, con una parte più raccolta sulla sinistra, ed uno scoglio basso più o meno al centro; la località è detta “'o Chianiello”. Al livello del mare, la Punta presenta una linea di rocce basse che si protendono verso Nord-Est e terminano con una specie di dente. Benché piccola e bassa, questa sporgenza rappresenta un valido riparo per la spiaggia, in caso di moto ondoso proveniente da Sud. Una volta entrati nella piccola insenatura di Recommone, sulla sinistra si trovano varie cavità che non dovrebbero essere definite grotte, ma la più grande, circa a metà della parete, è normalmente conosciuta come Grotta di Recommone e offre un buon riparo dai raggi solari. Altri la chiamano Grotta dei Pescatori, poiché spesso questi andavano ad ancorarsi lì per riposare all'ombra. Nella stessa parete, prima di giungere alla spiaggia, c'è ancora un'altra rientranza della roccia, molto più piccola e bassa della precedente, notevole per la presenza di numerosi “Astroides” e qualche “Pomodoro di mare”. La spiaggia è di ciottoli, ma in alcuni punti sono talmente piccoli da sembrare quasi sabbia. In questa insenatura, posta al termine di un ampio vallone, sfociavano i rivi Acchiungo e Sciulia, dopo essersi riuniti a formare il cosiddetto Rivo di Recommone, a un centinaio di metri dal mare.
Fonte: "massalubrense.it"
Fonte immagine: "massalubrense.it"