Tra le numerose botteghe della zona, questo “thermopolium” si segnala per due particolarità: il “dolium” (giara) seminterrato presso il focolare, nel quale furono rinvenute delle noci; il piccolo ripostiglio per le derrate rivestito di cocciopesto, situato davanti al bancone. Il “Priapo” dipinto dietro il bancone di mescita allontanava il malocchio. Dalla bottega, il proprietario accedeva direttamente all'abitazione, con atrio a quattro colonne e con un piano superiore. I “thermopolia” erano luoghi di ristoro, in cui si servivano bevande e cibi caldi (donde il nome alla greca): era usuale pranzare (da “prandium”, pasto di mezzogiorno) fuori casa.
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