Nel cuore dell'antica Agorà greca, oggi piazza San Gaetano, accanto alla Basilica di San Paolo Maggiore, campeggia la statua bronzea di San Gaetano da Thiene, fondatore dell'ordine dei Teatini. Il monumento fu edificato come “ex voto”, dopo che il Santo salvò la città dalla lunga e terribile pestilenza del 1656: il 7 agosto del 1656, giorno onomastico di San Gaetano, i Settemviri si portarono in processione dal Palazzo Municipale in San Lorenzo Maggiore alla vicina Chiesa di San Paolo Maggiore, scalzi, con un cordone al collo e “vestiti con i ruboni ed ornati con tutte le loro insegne”. Ivi giunti, dopo essersi confessati e comunicati, implorarono grazia e liberazione dal flagello sulla tomba del Beato Gaetano, facendo voto d'iscriverlo tra i Santi Patroni di Napoli. A seguito di questo voto, improvvisamente e miracolosamente il morbo, che era nel massimo del suo incremento, cessò e da quell'ora non vi furono più morti, come fu documentato dai rapporti di tutte le autorità cittadine, dai governatori e dagli impiegati di tutti i lazzaretti. I Teatini, per amore e gratitudine al Santo fondatore, vollero far realizzare a proprie spese, dal rinomato gioielliere De Angelis, una statua in bronzo raffigurante San Gaetano, con uno scudo recante l'immagine dell'Immacolata, per una sua collocazione al largo di San Paolo su una guglia, il cui progetto fu commissionato a Cosimo Fanzago. Nel fare i lavori di restauro delle fondamenta del campanile del Vescovado, fu rinvenuta una colonna in marmo veneziano bianco e celeste, alta ventisette palmi e del diametro di quattro palmi. Dopo alcune traversie, il Viceré la mise a disposizione dei Padri Teatini, che pensarono di utilizzarla in sostituzione della guglia già commissionata a Fanzago, come base per la statua bronzea di San Gaetano. Il proprietario del vicino palazzo si oppose fortemente alla sua edificazione, per timore di un possibile danneggiamento della sua proprietà in caso di crollo della colonna; la guglia di San Gaetano non fu mai più realizzata anche se, il palazzo in questione, fu più volte danneggiato da diversi incendi. Solo nel 1737, grazie al Duca di Montenero, Don Alfonso Carafa, che provvide a sue spese per devozione al Santo ed in omaggio alla memoria dello zio, il teatino Francesco Maria Carafa, fu definitivamente realizzata e collocata l'attuale statua bronzea, sopra il basamento marmoreo che doveva ospitare la grande colonna e che è coronato ai vertici da quattro angeli in marmo, opera di Andrea Falcone. L'aureola è una copia dell'originale argentea, rubata nel XX secolo; parimenti fu trafugato il cordone in argento che cingeva i fianchi della statua del Santo, mai ripristinato. La colonna che doveva innalzare al cielo la statua del Santo fu depositata nel Museo Archeologico Nazionale finché, nel 1914, si pensò di erigerla, anche se ormai spezzata, all'inizio di via Caracciolo, in piazza Vittoria, sopra un basamento costruito nel 1867 come Monumento ai Caduti nella battaglia di Lissa del 1866 (III Guerra d'Indipendenza italiana); successivamente, la “Colonna spezzata” è stata dedicata a tutti i Caduti del Mare.
Fonte: "corpodinapoli.it"
Fonte immagine: "panoramio.com"