Situato in località Montemauro, è meta di continui pellegrinaggi, particolarmente l'8 maggio ed il 29 settembre, in occasione di grandi festeggiamenti. Nei racconti dei vecchi, le notizie riguardanti la fondazione del Santuario di San Michele sono velate da un senso di venerazione misto a sacro terrore. Infatti, nei primi decenni del 1900, Montemauro presentava un paesaggio desolato in una sinistra atmosfera di superstizione magica. Tutti i contadini della zona dissodavano tenacemente quel terreno avaro di messi, evitando accuratamente di avvicinarsi ad un'enorme pietra detta "macigno del Diavolo". Tale denominazione era derivata dalla presenza sul masso delle impronte di un pugno, di una mano e di un cranio che i contadini attribuivano al Diavolo, in quanto, nelle notti di luna piena, spesso avevano visto aggirarsi e soffermarsi in quel luogo strane ed evanescenti figure. Attualmente, su quell'enorme pietra parzialmente interrata, sono visibili piccole croci ed altri strani simboli. In questa contrada viveva con la sua famiglia Zitola Francesco, che una notte si svegliò tra grida agghiaccianti, mentre veniva trascinato per i piedi nei campi da un essere demoniaco; svenne e fu trovato sanguinante dalla moglie sull'uscio di casa. Ripresosi, il poveretto implorò aiuto rivolto ad un'immagine di San Michele che aveva sulla parete di fronte al letto. All'improvviso l'immagine si ingrandì ed il Santo apparve al contadino, promettendogli una pronta guarigione e la fine di tutti i suoi tormenti, se gli avesse eretto una Cappella. Il contadino iniziò il giorno dopo l'opera utilizzando le pietre del torrente Fiumarella. L’edificio, in seguito, fu ampliato per interessamento di tutti i cittadini sossiani. Si racconta che la statua del Santo, ogni qual volta veniva portata in processione, era accompagnata dallo scatenarsi degli elementi della natura, per cui si dovette utilizzare una seconda statua per le processioni. Al culto di San Michele era legata anche la Scala Santa, tipica costruzione in pietra contigua all'antica Cappella.
Fonte: "irpinia.info - soxius.hirp.it"
Fonte immagine: "it.worldmapz.com"