La traslazione nella Chiesa Maggiore delle reliquie di San Pellegrino Martire, avvenuta nel 1780, rese necessario un ampliamento dell'edificio visto l'incremento di fedeli che accorrevano in massa da ogni luogo per adorare il Santo. Il 23 Agosto del 2003, la Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta prende il nome di Santuario dedicato ai Martiri Pellegrino ed Alberico. L'edificio consiste di tre livelli: il primo è stato un ossario funzionante fino al 1849, anno in cui fu inaugurato il cimitero. Il livello intermedio è una cripta, che dal 1946 al 1949 fu rifatta e trasformata e nei giorni di festa offriva ospitalità ai pellegrini; attualmente (2016) ospita il Museo Civico “della Gente senza storia”. Il livello superiore è la Chiesa vera e propria. Sulla sinistra della facciata si eleva un imponente torre campanaria su due livelli e con basamento lievemente scarpato. L'edificio di culto si presenta a croce latina, con quattro ordini di pilastri e tre navate. Preziosi sono l'altare maggiore, costituito da lastre di marmo policromo intarsiate, ed il bassorilievo in bronzo collocato nella lunetta sovrastante la porta laterale sinistra e rappresentante “Gesù che abbraccia la Croce e l'Eucarestia”, opera di Donato Bruno (XVI secolo). La Chiesa custodisce altre opere (restaurate) di importante valore storico ed artistico: un crocifisso in legno dipinto; un pulpito ligneo intagliato sette–ottocentesco; l’organo a canne; alcune statue lignee policrome di Santi - San Bernardino, Sant’Antonio, San Pellegrino, Santa Lucia, Sant’Alberico Crescitelli e la Madonna dell’Immacolata - realizzate tra i secoli XIX e XX; una serie di decorazioni di stucco dorate. In passato, al suo interno si conservavano preziosi arredi sacri, ma nel 1799 la Chiesa venne depredata dalle truppe francesi, che portarono via anche la statua d’argento di San Bernardino. In fondo alla navata di destra, in una cappella che fu rinnovata nel 1948, è collocato il corpo di San Pellegrino Martire, ucciso al tempo dell’imperatore Commodo nell’anno 192, portato ad Altavilla su concessione del Papa Pio VI, nel 1780, da Padre Giuseppe Maria Crescitelli, prozio del glorioso Martire altavillese, Santo Alberico Crescitelli. Gli anziani di oggi raccontano ciò che ad essi stessi fu raccontato: tutta la popolazione contribuì alla realizzazione dell’edificio di culto, offrendo periodicamente una giornata di lavoro, con le donne che trasportavano cesti di pietre e sabbia dal fiume.
Fonte: "prolocoaltavillese.com"
Fonte immagine: "prolocoaltavillese.com"