Progettata dall’Architetto Luigi Vanvitelli, figlio dell’importante pittore di vedute Gaspar Van Wittel, per essere il nucleo del nuovo Regno di Napoli, la Reggia vide la posa della prima pietra il 20 gennaio del 1752, giorno del compleanno del sovrano. Perfino prima di salire al trono nel 1734, Re Carlo desiderava creare un nuovo centro amministrativo alternativo a Napoli, in quanto la città, essendo vicina al mare, era a maggiormente a rischio invasione rispetto al feudo di Caserta. Il progetto iniziale del palazzo includeva già il Parco, ma la sua realizzazione iniziò solo un anno dopo e furono necessari più di 50 anni per completarlo. Durante la prima fase, tra il 1753 e il 1773, fu realizzato anche l’Acquedotto Carolino, necessario per l’approvvigionamento idrico della Reggia e per la nuova capitale: uno straordinario esempio di ingegneria, lungo oltre 38 chilometri, venne completato intorno al 1770. Quando nel 1773 Luigi Vanvitelli scomparve, i lavori si fermarono per 4 anni. Nel 1777, il figlio Carlo, divenuto direttore dei lavori, mostrò al nuovo Re Ferdinando IV una versione semplificata del progetto del padre. Le difficoltà economiche e soprattutto l’esigenza di concludere l’opera il più rapidamente possibile, portarono all’obbligo di ridurre il numero di fontane nella seconda parte del Parco. Nonostante ciò, la sostanza generale del progetto originale di Luigi Vanvitelli fu mantenuta invariata, incluso lo spettacolare viale d’acqua lungo 3,3 chilometri e terminante con la stupefacente cascata. La Reggia di Caserta si presenta a pianta rettangolare, articolata su edifici di fabbrica, con affaccio su quattro grandi cortili interni. Un grande portico (Cannocchiale ottico) costituisce l’ideale collegamento con il Parco e la sua cascata, posta scenograficamente al culmine della fuga prospettica. Il grande Scalone d’Onore è il biglietto da visita dell’intera Reggia: esso, assieme ai due vestiboli, costituisce il fulcro delle alte parti del palazzo. Per non spezzare l’effetto ottico del celebre Cannocchiale, Vanvitelli pose lo Scalone su uno dei lati del vestibolo, dove troneggia “Ercole Farnese”, il quale da un lato nasconde alla vista l’ingresso al foyer del Teatro di Corte, dall’altro si volge verso lo Scalone, che collega il piano inferiore ed il superiore conducendo quindi agli Appartamenti reali. Salendo per il tratto iniziale si osserveranno i grandi leoni di marmo, per rimanere poi colpiti dall’immensità del grande fondale, con le tre grandi statue della “Maestà Regia”, del “Merito” e della “Verità”. Voltandosi, la struttura si espande in due enormi e spettacolari scaloni paralleli, terminanti con una struttura ad archi e colonne che ricorda un tempio. In alto termina con una finta cupola, al di sopra della quale ve n’è un’altra, sospesa alle capriate del tetto tramite tiranti in legno: uno straordinario capolavoro di fantasia, arte, tecnica ed audacia costruttiva, realizzato per ospitare una orchestra invisibile. Il Teatro di Corte, riproduzione in scala del San Carlo di Napoli e quindi uno dei primissimi a forma di ferro di cavallo, che consentiva una migliore acustica e visibilità, venne realizzato all’interno della Reggia per volere del Re - e non nel Parco, come intendeva inizialmente Vanvitelli - “nel luogo il più oscuro, perché non vi occorre lume e vi rinviene assai a proposito”, in modo da rivedere in privato tutti gli spettacoli del teatro napoletano. Sul vestibolo superiore, di fronte al vano dello Scalone, è possibile visitare la Cappella Palatina. Il Re volle che fosse ispirata a quella di Versailles: Vanvitelli creò non solo qualcosa di totalmente diverso, ma riuscì a sintetizzare in essa tutta la tradizione rinascimentale, manieristica e barocca, dando origine al Neoclassicismo. Gli Appartamenti utilizzati dalla famiglia reale sono stati rimaneggiati più volte nel corso dei secoli, per raggiungere la cosiddetta “omogeneità degli interni” (tipica del disegno architettonico e decorativo del XVIII secolo) ed il gusto del XIX secolo per l’arredamento composito e per i piccoli oggetti. La Quadreria Reale possiede dipinti dal XVI al XIX secolo, commissionati dai sovrani o pervenuti dal territorio, selezionati e raggruppati per soggetto. In otto sale del secondo ammezzato del palazzo, si sviluppa un’esposizione di arte decorativa di manufatti storico-artistici di varia natura, selezionati dai depositi di pertinenza della Reggia: preziosi tendaggi di mussola ricamata; pannelli figurati realizzati su raso con fili di seta e fondi dipinti a pastello; arredi neoclassici ispirati a modelli emersi dagli scavi di Ercolano e Pompei; lumi di porcellana e servizi da tavola con motivi decorativi “all’orientale”; tutto si dispiega lungo un percorso ispirato alla idea di una camera della meraviglia, senza un ordinamento impostato sulla cronologia dei manufatti.
Fonte: "reggiadicasertaunofficial.it"
Fonte immagine: "italia.it - caserta.arte.it"