Il vecchio Palazzo Marchesale di Carife, che si trovava nel Rione antico dei Fossi, fu distrutto dal terremoto del 1732. Dagli “Appunti di Storia di Carife” del Dottor Paolo Salvatore (luglio 1952): “il Marchese Capobianco da Benevento si trasferì a Carife dopo averla acquistata come Feudo, nel 1646. In origine abitava qui una casa che per i suoi tempi poteva passare per palazzotto, addossato alla sacrestìa della Chiesa Madre. Avvenuto il terremoto e migliorate le sue condizioni finanziarie, il Marchese iniziò nel 1733 la costruzione del suo Palazzo, in luogo più sicuro, alle falde del monte (collina “Serro Croce”), ma come si vede senza torri, senza merli e ad un sol piano, com’erano fatte fin ad allora le costruzioni nelle zone sismiche come quella di Carife e dintorni: ciò indica la natura intelligente e non arcigna del nobile padrone. La famiglia Capobianco, erede del titolo, non essendovi più alcun maschio, si è estinta con la morte del Marchese Dionigi (9 aprile 1916). Innanzi al Palazzo, nello spiazzale, si erge un monumento alla memoria dei caduti del 1915, realizzato tra il 1928 ed il 1930”. La tecnica costruttiva che fu utilizzata per erigere il Palazzo fu quella cosiddetta “Alsaziana”, usata anche per ricostruire altre case di Carife dopo il terremoto del 1732. In questo particolare tipo di costruzione, una serie di travi orizzontali e verticali sono integrate da quelle oblique; il legno utilizzato era in genere quello di quercia. Dopo il terremoto del 1980, l’edificio fu dichiarato di interesse particolare dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed Artistici. Il complesso del Palazzo Marchesale di Carife si sviluppa su di un muro di contenimento costituente un sol corpo con il piano nobile, dando all’edificio un aspetto imponente. Un elemento decorativo, dato da un cordolo in pietra bombata, crea la differenziazione tra il piano nobile e il muro di contenimento stesso. Il portale in bugnato squadrato con arco a tutto sesto dà accesso alla corte e al piano nobile, tramite un androne scoperto che termina con altro arco delimitante la corte interna. Sul portale è collocato lo stemma coronato di famiglia, realizzato in pietra a quattro riquadri, che testimoniano gli imparentamenti della famiglia con i Pacca, i Vulcano ed altri. Sul lato sinistro della facciata Sud del Palazzo, c’era anticamente la Cappella Palatina, nella quale si celebrava la messa per i Marchesi. Il cortile interno conserva ancora, parzialmente ricoperto dal terreno, la pavimentazione a ciottoli di fiume e cotto, formante un disegno a stella. Dell’impianto originario della struttura rimangono inalterati i muri perimetrali esterni ed interni alla corte, i balconi e le finestre realizzati con basamento in pietra lavorata, nonché i portali d’accesso ai vari ambienti. L’unico interno che ha conservato l’aspetto originario è la sala di rappresentanza sul lato Sud-Ovest del Palazzo, con volta a padiglione, realizzata ed incannucciata con affresco a viticci e con al centro della volta un medaglione raffigurante l’Immacolata. Le porte settecentesche presentano cornici dorate, con eleganti motivi vegetali: foglie lanceolate e frangiate, ornamenti stilizzati in girali, foglie e nastri, quasi un ricamo. In buono stato di conservazione due consolle seicentesche realizzate con un originale disegno a nastri e volute, sul piano d’appoggio un marmo rosato a venature bianche. Nella stessa sala, un lampadario stile decò a tre lumi. Completano l’arredo quattro tele di fine Ottocento, raffiguranti i quattro continenti.
Fonte: "carife.eu"
Fonte immagine: "carife.eu"