Realizzato nel 1700 dall’Architetto Maria Luigi de Conciliis, il Palazzo si staglia sullo sfondo della stretta via dei Sette Dolori. Fino al Novembre del 1980, nello spazio prospiciente si ergeva il vecchio Ospedale. Dal catasto del 1810, l’edificio viene descritto così: “Palazzo con cortile coverto e scoverto, composto di più membri, cioè stalle, rimesse, cantina, stanze mezzane e superiori n. 20, con 4 bassi”. Alla morte del proprietario Michele de Conciliis, il Palazzo venne ereditato dal figlio Felice, che sposò Francesca Ronca. Dalla loro unione nacque una sola figlia, Michela. Quest’ultima, nel proprio testamento, espresse la volontà di donare all’amministrazione dell’Ospedale il proprio Palazzo: “una boccata d’ossigeno alle casse dissestate dell’Ospedale”. Per rimpinguare le rendite, si pensò in un primo momento di ristrutturare il Palazzo di Donna Michela in modo da realizzare stanze a pagamento, a servizio dell’Ospedale. Abbandonata tale idea, lo stabile venne destinato ad accogliere importanti istituzioni, per l’assistenza alla Maternità ed Infanzia. L'edificio è noto a molti come la “Casa di Victor Hugo”, visto che dal gennaio al luglio del 1808, vi dimorò il giovanissimo Victor (figlio di Leopold Sigisbert Hugo, ufficiale dell'esercito napoleonico), che ricordò il “Palazzo di marmo” nei suoi scritti. Oggi (2016), di proprietà del Comune, contiene un piccolo Auditorium (accanto al pozzo), il Centro di Ricerca meridionalistíca “Guido Dorso” ed alcune Associazioni culturali (Britannica, Tedesca, Francese).
Fonte: "prolocoavellino.it"
Fonte immagine: "ilbenetornacomune.it"