L’Orto Botanico di Napoli fu fondato agli inizi del XIX secolo, nel periodo in cui la città partenopea era dominata dai Francesi; questi ultimi realizzarono un’idea concepita in precedenza da Ferdinando IV di Borbone e la cui attuazione era stata impedita dai moti rivoluzionari del 1799. Il decreto di fondazione della struttura reca la data del 28 dicembre 1807 e la firma di Re Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone. Con l’articolo 1 di tale decreto venivano espropriati i terreni di proprietà in parte dei Religiosi di Santa Maria della Pace e in parte dell’Ospedale della Cava, adiacenti al Real Albergo dei Poveri e già individuati nel periodo borbonico per la realizzazione del Real Orto Botanico. Nello stesso articolo, venivano individuati gli scopi posti alla base della realizzazione della nuova struttura: istruzione del pubblico; moltiplicazione delle spezie utili alla salute, all’agricoltura e all’industria. Già da queste citazioni, è possibile desumere gli elementi di modernità posti alla base della fondazione dell’Orto partenopeo, che sin dalle origini si sarebbe distinto per la molteplicità delle funzioni svolte e per il patrimonio vegetale diversificato. La realizzazione del progetto fu affidata agli architetti De Fazio e Paoletti. Il primo realizzò la facciata monumentale, il cui stile fu uniformato a quello dell’adiacente Albergo dei Poveri, il viale principale perpendicolare alla facciata, il viale ortogonale a quest’ultimo che conduce all’edificio Castello, sede dell’Istituto, e la “Stufa temperata”, caratterizzata da un colonnato dorico e da portelloni di apertura ruotanti attorno a dei perni centrali. Il secondo si occupò della progettazione e della realizzazione della parte inferiore dell’Orto. Attualmente (2017), la superficie totale dell’Orto botanico di Napoli è di quasi 12 ettari, sui quali sono presenti circa 9000 specie, per un totale di quasi 25 mila esemplari, raggruppati in collezioni organizzate secondo criteri sistematici, ecologici ed etnobotanici. Le zone in cui le piante sono disposte secondo un criterio sistematico sono: il filiceto, l’area delle Pinophyta, il palmeto, l’agrumeto, l’area delle Magnoliophyta e piccole zone dedicate a singoli taxon di piante a fiore. Le aree in cui le piante sono disposte seguendo un criterio ecologico sono: il “deserto”, la “spiaggia”, la “torbiera”, la “roccaglia”, la “macchia mediterranea” e le vasche per le piante acquatiche. L’area a carattere etnobotanico è rappresentata dalla “Sezione sperimentale” delle piante officinali. Adiacenti al settore espositivo di tale zona sono localizzate due piccole aree di recente realizzazione, di cui una ospitante il percorso per i non vedenti e l’altra dedicato alle principali piante citate nella Bibbia. L’arboreto, la collezione di bulbose, tuberose e rizomatose e il vivaio sono zone che non seguono nessuno dei criteri su citati. Le attività svolte attualmente dall’Orto riguardano, oltre la coltivazione e la presentazione a fini museologici delle collezioni e lo svolgimento di manifestazioni artistiche e culturali, principalmente la ricerca, la didattica e la conservazione di specie rare o minacciate di estinzione.
Fonte: "ortobotanicoitalia.it"
Fonte immagine: "persemprenapoli.it - panoramio.com"