L'ingresso alla Napoli sotterranea è nei Quartieri Spagnoli, precisamente in vico Sant’Anna di Palazzo 52, a ridosso di via Toledo e della centralissima piazza del Plebiscito. Il percorso, che si snoda al di sotto delle vocianti e caratteristiche vie del centro storico, è un insieme di storia, avventura e divertimento, in grado di coinvolgere, appassionare ed emozionare, ripercorrendo le vicissitudini della città lungo i suoi 2800 anni di storia. Le gallerie sottostanti Napoli sono state usate, nel corso dei secoli, in diversi modi. Nate in seguito all'estrazione di tufo per la costruzione della città, sono state poi adibite ad acquedotto e come rifugio ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Ogni abitazione di Napoli poteva attingere acqua dalla cisterna sottostante tramite un pozzo al quale avevano accesso i “pozzari”, liberi professionisti che si muovevano con destrezza in questi antri camminando lungo stretti cunicoli e arrampicandosi su per i pozzi grazie a dei fori praticati a distanza più o meno regolare. Questi personaggi, veri signori della Napoli sotterranea, avevano libero accesso a tutte le case mediante i pozzi, e hanno dato origine ad aneddoti e leggende ancora vive nell'immaginario napoletano come quella dei “monacielli”, spiriti benevoli o maligni che si occupavano più della padrona di casa che della rete idrica, ed usavano le vie sotterranee che conoscevano bene, per sparire o apparire, sotto il mantello da lavoro che, nella penombra, somigliava appunto al saio di un monaco.
Fonte: "lanapolisotterranea.it"
Fonte immagine: "lanapolisotterranea.it"