Nel 1921, in occasione dei seicento anni dalla morte di Dante Alighieri, a Benevento si formò un comitato cittadino che accolse la proposta del provveditore agli Studi, Carlo Simoni, di scolpire su marmo il famoso passo del Canto III del Purgatorio riguardante la morte di Manfredi di Svevia nella battaglia di Benevento, e fece realizzare un'epigrafe al ponte di Calore, laddove si suppone che sia stato inizialmente sepolto Manfredi. Il 3 luglio del 1921 fu inaugurata questa stele monumentale, opera del professor Nicola Silvestri. I lavori della messa in opera furono eseguiti sotto la direzione dell'allora capo ingegnere del Comune, Eugenio Greco. Distrutta dai bombardamenti aerei del 1943, fu ricostruita ad opera dell'architetto Renato Bardoni e dello scultore Bruno Mistrangelo. Il monumento, posto all'estremità del ponte che volge al rione Ferrovia, è costituito da una stele in blocchi di travertino, alta circa 6 metri. In alto, sotto un fregio ornamentale, è incastrato un bassorilievo in bronzo di dimensioni 1,65 × 1,14 metri che illustra l'episodio in cui Dante incontra l'anima di Manfredi. Sotto il bassorilievo sono scolpiti i versi con cui Manfredi racconta a Dante la sua morte nei campi di Benevento e la sua sepoltura in co del ponte.
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